La locandina dell’edicolante: «Mi cacciano»
L’accusa: dal 30 giugno mi spostano, sarà un danno. Palazzo Vecchio: alternative allo studio
Una locandina per avvertire che «dal 30 giugno piazza dell’Isolotto non avrà più un’edicola per colpa dell’amministrazione». È l’ultima protesta dell’edicolante che da mesi è impegnato in un lungo braccio di ferro con il Comune. Al centro del contendere lo spostamento del chiosco per i lavori di riqualificazione.
«Il 30 giugno piazza dell’Isolotto non avrà più un’edicola per volere di questa amministrazione comunale». Un foglio A4 «choc», quello affisso ieri dall’edicolante Massimo Basili, sebbene la frustrazione del giornalaio per la vicenda del rifacimento della piazza fosse nota da tempo. Lo stesso Basili, l’11 aprile, aveva manifestato il suo malcontento al candidato sindaco della coalizione di centro destra Ubaldo Bocci, durante una sua visita agli esercenti del quartiere.
Basili — che nella locandina ha aggiunto: «Ricordatelo quando andrai a votare» e che a gennaio aveva ricevuto una targa dal Comune per i 55 anni di attività — aveva commentato i prossimi lavori di riqualificazione del mercato, lamentandosi sia per i cantieri impattanti («Dureranno due anni e mezzo», «No, 14-16 mesi», la replica del presidente di Q4, Mirko Dormentoni), sia per il nuovo assetto delle attività: «Per me e per il fioraio sarà un problema. Nel rifacimento ci sposteranno i chioschi per nove mesi nei pressi della passerella, e poi davanti alla chiesa, fuori dall’area mercatale con il trippaio, dove c’è meno passaggio di gente». E se la «migrazione» può essere il male minore («Non resterà alla passerella più di sei mesi e nella successiva postazione definitiva resterà molto vicino al mercato», assicura Dormentoni), la questione relativa al chiosco da demolire e ricostruire è quella più preoccupante: «Mi costerà tra i 30 mila ed i 40 mila euro». Un esborso che significherebbe la chiusura: «E la mia è la settima edicola di Firenze per fatturato…».
«Se sparisce il giornalaio faremo una battaglia», la reazione di tanti residenti, che considerano l’edicola un punto di riferimento. Il Comune sottolinea però di aver «fatto di tutto per venire incontro a ogni singola esigenza delle attività della piazza, dal posizionamento del mercato e degli ambulanti, alla viabilità, fino alle soluzioni alternative nel corso dei cantieri, senza spostamenti importanti per gli esercenti».
Basili, in una riunione poi saltata giovedì («C’è stato un imprevisto, ma gli abbiamo già dato appuntamento per il 2 maggio»), avrebbe dovuto avere un incontro con l’amministrazione proprio sugli accorgimenti per i chioschi: «I banchi degli ambulanti saranno coperti da un tendone temporaneo a nostre spese — spiega Palazzo Vecchio — Per i chioschi si sta ancora studiando una strategia: a esempio, se è fattibile smontare e ricollocarli (cosa che secondo Basili non sarebbe possibile, ndr) per limitare al massimo i costi, oppure se mantenerli al loro posto, durante i lavori, senza rimuoverli».