Controlli difficili, così i videogame sono diventati terreno di caccia
È la nuova frontiera dei pedofili. Parliamo delle chat dei videogiochi, scaricabili su cellulari e pc ,dove è possibile giocare in gruppo, detto anche «gilda», allearsi, collaborare, e anche «trollare», ossia creare intenzionalmente litigi, e bullizzare qualcuno. Non solo. Proprio perché meno controllabili dai genitori — al contrario di Facebook, Instagram, Wathsapp e Telegram — è possibile anche incontrare adescatori a sfondo sessuale. Insomma, i pedofili che vagano nel web alla ricerca di prede sembrano aver abbandonato i canali tradizionali per concentrarsi su questa nuova modalità di scambiarsi messaggi e immagini. Le forze dell’ordine ci dicono che l’adescamento online (chiamato anche «grooming») è in aumento, complice la disattenzione verso la privacy sui social network. E quasi 1 teenager su 3, affermano le statistiche, dà il proprio numero di cellulare a persone conosciute su internet (ne è una dimostrazione la storia del fiorentino di 32 anni denunciato dalla Polpost di Cagliari). Dal 2014, a causa del vertiginoso aumento di casi di «grooming», nel nostro ordinamento giuridico è stato introdotto il reato di adescamento di minorenni, e si riferisce al compimento di qualsiasi atto volto a carpire la fiducia di un minore di età inferiore a sedici anni per scopi sessuali, attraverso artifici, lusinghe o minacce.