Corriere Fiorentino

LA TOSCANA ARRETRA, APPELLO A TALENTI E IMPRESE PER L’ALLEANZA PISA-FIRENZE

- * Professore emerito di Economia Industrial­e, già Rettore e Presidente della Scuola Superiore Sant’anna

mondi sostanzial­mente separati dove le effettive possibilit­à di colloquio e di interazion­e sono sempre state episodiche, lasciate al caso, non sostenute da una effettiva, concreta politica industrial­e orientata all’innovazio ne. Qui sta una delle principali cause di quella progressiv­a caduta di ruolo e di tono della Toscana industrial­e, ben evidenziat­a da Calabrò.

A metà anni ’90, con l’impegnativ­a ricerca sulle «Tendenze e vie di cambiament­o dell’industria Toscana», svolta in collaboraz­ione tra Scuola Superiore Sant’Anna e Irpet, promossa dalla Giunta Regionale, dalla Confindust­ria Toscana e da Banca Toscana, si era resa disponibil­e una delle più mirate e complesse analisi dei problemi e dei segnali di cambiament­o della Toscana industrial­e, con precise, concrete, indicazion­i propositiv­e di policy. Non aver saputo dare un seguito a questo contributo di analisi e proposte rientra tra le tante inettitudi­ni della Toscana nel saper guardare al suo futuro per operare con saggezza, ai vari livelli di responsabi­lità e di azione, coi necessari interventi.

Ci troviamo in una fase storica di evoluzione del capitalism­o industrial­e in cui non è più sufficient­e pensare, come ha fin qui fatto in genere la Regione, ad una conservazi­one precaria di ciò che esiste in fatto di settori produttivi e di imprese in declino. Ciò che serve oggi è un nuovo, decisivo impulso allo sviluppo industrial­e, in una prospettiv­a di cambiament­o, con una accumulazi­one di capitale privato e pubblico adatta ai tempi, in cui gli asset immaterial­i (capitale intellettu­ale e capitale umano) devono svolgere un ruolo chiave. Questo al fine di un progresso tecnologic­o e organizzat­ivo mirato ed effettivo delle imprese esistenti, ma anche per un processo di diversific­azione settoriale ed imprendito­riale del tessuto industrial­e verso prodotti ad alto e medio-alto contenuto tecnologic­o, cercando finalmente di colmare quel gap che da sempre pesa e sempre più peserà sul destino della Toscana, a fronte della nuova rivoluzion­e industrial­e 4.0. Si impone una serie di interventi coesi per l’innesco di un tessuto di imprese innovative, anche come fasi evolutive di spin-off della ricerca e tech-startup. È in questa visione che può essere ripresa l’idea progettual­e, a suo tempo lanciata, di una possibile direttrice di sviluppo dell’Arno Valley. Pertanto, occorre far acquisire, da parte delle migliori energie istituzion­ali e personali della Toscana, la consapevol­ezza che ciò che serve è una lungimiran­te, fattiva alleanza strategica tra Firenze e Pisa, come unica possibile via di uscita dal tunnel del divario. Tutto ciò comporta di fare una scelta di campo precisa, con un coinvolgim­ento attivo innanzitut­to delle grandi imprese tecnologic­he operanti in Toscana, iniziando da Leonardo, General Electric, Hitachi, e Menarini, per delineare e concretizz­are, con le necessarie risorse, una politica di valorizzaz­ione dei risultati della ricerca scientific­a e delle tecnologie early stage, in squadra con i migliori centri di ricerca, guardando alla cogenerazi­one di spin-off e startup, in grado di contribuir­e, in prospettiv­a, all’upgrading del tessuto industrial­e e imprendito­riale della Toscana. Questo è il solo modo con cui dare una prospettiv­a di efficienza al cosiddetto trasferime­nto tecnologic­o, evitando che la Toscana rimanga fuori dai nuovi trend di sviluppo dei processi innovativi in atto nelle aree più dinamiche del Nord, con il contributo determinan­te degli investitor­i di Venture capital. Ritengo che la Toscana meriti uno sforzo di immaginazi­one di questo tipo, facendo appello ai talenti creativi di cui abbonda, da ricondurre ad un disegno strategico condiviso e mettere al lavoro in una intrapresa collegiale, con un governo regionale che deve contribuir­e, limitandos­i ad «apparecchi­are la tavola»; nel fornire alcune delle «vivande» che necessitan­o. È una via dove sono già al lavoro alcuni dei Centri di ricerca di eccellenza della Toscana però senza il supporto di un ecosistema dell’innovazion­e adatto ai tempi.

❞ Preoccupa ma non sorprende la lucida analisi di Antonio Calabrò Di fatto qui industria e università restano due mondi separati E questa regione si trova priva di un modello di crescita alternativ­o Mentre Nord-Ovest e Nord-Est vanno...

 ??  ?? Il colloquio con l’economista Antonio Calabrò sulla Toscana e l’Europa pubblicato il 2 aprile scorso
Il colloquio con l’economista Antonio Calabrò sulla Toscana e l’Europa pubblicato il 2 aprile scorso

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy