Corriere Fiorentino

Tentò il suicidio per gli stupri, genitori condannati

Prato, la giovane pakistana si lanciò dalla finestra di casa. Sopravviss­uta, continuò a subire abusi

- Giorgio Bernardini

Le carte del processo mettono i brividi. Ieri pomeriggio una coppia di genitori pakistani — 54 anni lui, 40 lei — sono stati condannati dal Tribunale di Prato. Due anni fa la loro figlia di 14 anni si era lasciata cadere nel vuoto da una finestra di casa, esausta per le violenze sessuali subite da parte del padre.

I genitori raccontaro­no ai medici che «voleva solo scappare per andare a un concerto». La ragazzina, sopravviss­uta, tornata a casa dopo il ricovero all’ospedale, era immobilizz­ata a letto. Ma il padre aveva cercato nuovamente di abusare di lei. È così che la giovane ha trovato il coraggio di confessare gli abusi dell’uomo e il silenzio di una madre asservita e complice, come testimonia la sentenza del giudice Silvio De Luca, che ieri li ha condannato i genitori. Lui, accusato di violenza sessuale, a 12 anni di carcere. Lei a conoscenza di tutto senza far niente per impedirlo, a 7 anni.

Gli abusi sono andati avanti dal 2010, quando la bambina aveva 7 anni, sino al 2017. Proprio in seguito al suo gesto estremo gli inquirenti hanno acceso i riflettori sulla vita della famiglia pakistana, che vive in un Comune della provincia pratese. I carabinier­i, con l’aiuto di psicologi e assistenti sociali hanno ripercorso la vicenda cercando di preservare la serenità della ragazzina, ma cercando di raccoglier­e il maggior numero di prove. Secondo questi rilievi la figlia aveva raccontato in più occasioni alla madre quanto stava accadendo, ma lei non avrebbe mai denunciato. L’inchiesta, affidata al sostituto procurator­e Laura Canovai e coordinata dal procurator­e capo Giuseppe Nicolosi, ha portato all’arresto del padre-orco nell’agosto del 2017. Nello stesso periodo è stato disposto il trasferime­nto della giovane, lontana dalla madre rimasta il libertà.

Il processo di primo grado, che si è concluso ieri, è stato celebrato a porte chiuse. Nella sua sentenza Il giudice ha aggravato la posizione dei due imputati: il pm aveva chiesto una condanna a 10 anni per il padre e a 6 per la madre. E la potestà genitorial­e è stata revocata ad entrambi. La vittima, assistita dall’avvocato Barbara Mercuri, è in una struttura protetta.

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