A 16 anni si sballa: in coma Le accuse della madre
A 16 anni è in coma al Cisanello di Pisa dopo aver assunto alcol e droga. La madre della ragazzina accusa le amiche: «Mia figlia non respirava, è omissione di soccorso. Chi era con lei non ha fatto nulla per aiutarla».
Sedici anni e un letto d’ospedale dove giace in coma per un mix di alcol e droga. Una sabato sera iniziato come mille altri sulle spallette del lungarno pisano con le amiche, rimbalzando fra piazza dei Cavalieri e piazza delle Vettovaglie. Poi la droga inalata: malori sempre più forti fino a perdere i sensi e il ricovero d’urgenza nel reparto di rianimazione di Cisanello. Quando l’infermiera esce dalla porta blu della sala d’aspetto al primo piano, una donna schizza in piedi, ha il volto tirato, è la madre della ragazza e non ci sta a far passare la figlia da unica colpevole: «Ho letto di festini e sballo — racconta veloce — mia figlia ha fatto una sciocchezza ma chi era con lei non ha fatto niente per aiutarla». Perché non era sola quando ha cominciato a perdere i sensi: «Era uscita con le amiche che poi sono andate via, a loro si erano unite altre due ragazze brasiliane con le quali ha continuato la serata, sono andate a casa di un ragazzo, un loro conoscente e là le hanno offerto la droga». Il ragazzo è stato sentito domenica mattina dai carabinieri pisani.
Sono le due di mattina quando la ragazza avverte i primi sintomi di un malore che andrà a peggiorare. «Ha vomitato e nessuno si è accorto che stava soffocando, nessuno ha fatto niente fino a quando una sua amica, preoccupata dal non avere sue notizie, ha chiamato al suo cellulare. Chi ha risposto le ha detto che mia figlia non stava bene» racconta la madre.
L’amica, che era a ballare a Bientina, si precipita sul posto ed è lei a chiamare i soccorsi, ma ormai sono passate ore da quando la sedicenne è rimasta senza sensi. Da lì il ricovero d’urgenza, in prognosi riservata fino a quando non sarà possibile valutare lo stato dei polmoni e gli eventuali danni neurologici. «Dicono che stavano tutti male — conclude la madre — ma se hanno risposto al telefono avevano modo di capire che mia figlia non respirava: questa è omissione di soccorso».