Corriere Fiorentino

Quella volta che la Fallaci toccò il mare in Capannina

- Di Gherardo Guidi*

Caro direttore, 90 anni fa, era il 15 agosto, Achille Franceschi inaugurava la sua capanna nel bel mezzo del niente. È un anniversar­io importante, perché ricorda a tutti noi come Forte dei Marmi divenne capitale della villeggiat­ura. Quando nel 1977 mia moglie Carla e io rivelammo la Capannina, i fasti erano sfumati. Erano esplose le mode della Sardegna, delle isole greche e spagnole. Non eravamo troppo convinti, perché vedevamo questo locale, così come lo aveva ridisegnat­o nel 1939 Tempestini, e faceva

sudare freddo solo a guardarlo. Il primo intervento che feci fu di mettere cinque luci per illuminare l’orchestra. Proprio il Corriere mi attaccò sostenendo che volessi cambiare lo storico locale in una balera. Ho sempre accettato le critiche, quando erano costruttiv­e. Quella, invece, mi sorprese. Perché solo la luce avrebbe reso onore agli artisti sul palco. Le luci ovviamente le lasciai. E iniziai a celebrare il compleanno, spostandol­o in avanti di una settimana perché come ho detto cambiavano le mode, a iniziare dal numero 50 (nel 1979) scritturan­do l’intero Bagagli no e come madrina presentatr­ice Maria Giovanna Elmi. Tre anni dopo sarebbe stato Sapore di mare affidato ai fratelli Vanzina, figli di Steno, con l’affascinan­te Virna Lisi a far da garante a una nidiata di talenti da Christian De Sica a Jerry Calà (mattatore delle nostre notti). Ferragosto è oggi come l’ultimo dell’anno. I tempi sono cambiati, penso sempre a come poter fare meglio. È un giorno di festa. Di speranza. Di riflession­e. Lo vedo come il giorno che tiene più unite le famiglie. Con il cocomero. E la buona musica. Ho cercato di rispettare la storia della Capannina, portando i più importanti artisti, da Ray Charles alla prossima stella Massimo Ranieri. Ho voluto rispettare lo stile e gli arredi. In occasione della presentazi­one del volume La Capannina di Franceschi ho ribadito che la scelta della famiglia Guidi è stata quella di lasciare immutata la firma della famiglia che volle creare questo punto di riferiment­o, grazie ai sacrifici della signora Nella. Certo, le mode cambiano. Ne abbiamo gestite almeno sette e il nostro cartellone è lì a rinnovare il dialogo con le nuove generazion­i. Quello che non è cambiato è il servizio, dall’aperitivo dedicato al conte Negroni che qui portò il suo celebre cocktail (oggi se vuoi bere un Negroni dove andava il conte solo in Capannina puoi stare), alla cena, al pianobar e alla sala per la musica dal vivo e lo spazio dj. È qui che aspetto idealmente i lettori del Corriere, qui dove Indro Montanelli volle scrivere parole mirabili, come quella per il 25° anniversar­io, p ubblicate sul vostro quotidiano. Non è tempo di bilanci, ma se osservo i nostri avventori leggo sorrisi in un momento complicato e non solo per le vicende politiche. Buon Ferragosto e auguri Capannina, quindi. Con un’ultima dedica. In questi giorni state distribuen­do i volumi di Oriana Fallaci. Ho avuto l’onore di ospitarla a cena, al mio stabilimen­to. Eravamo in quattro. Lei volle essere accompagna­ta a toccare il mare. Questa è la mia ultima volta, disse. Pochi mesi dopo ci lasciò, con un vuoto incolmabil­e. In questo momento di festa voglio rivolgerle un saluto ideale per tutto quello che ci ha donato

❞ Stagioni diverse Muta la moda e la musica ma lo stile e il servizio no Cercando di rispettare la storia del locale da Ray Charles a Jerry Calà

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