Firenze e Scandicci insieme: «Condizioni disumane, va abbattuto e ricostruito»
«Condizioni disumane». Oggi il sindaco in carcere, anche Bundu e Progetto Firenze in visita
Alla condizione tragica in cui versa da anni il sistema carcerario italiano, all’affollamento soffocante delle celle, alla scarsità di personale qualificato, ai turni massacranti degli agenti di polizia penitenziaria e, non ultimi, agli episodi di violenza che si verificano tutti i mesi nei penitenziari sarà dedicata l’iniziativa «Ferragosto in carcere» che, oggi, vedrà il sindaco Dario Nardella, gli attivisti di Progetto Firenze, gli esponenti della Camera Penale e i consiglieri comunali del gruppo Sinistra Progetto Comune, visitare Sollicciano.
Il sindaco lancia l’idea di una soluzione drastica per le condizioni del penitenziario: «La mia proposta è che il carcere di Sollicciano venga presto demolito e ricostruito più grande, penso che debba essere un fiore all’occhiello per quanto riguarda il modello di rieducazione e di reinserimento dei detenuti nel tessuto sociale e lavorativo della società», ha spiegato Nardella nell’anticipare l’evento di questa mattina organizzato dal Partito Radicale e dall’Osservatorio Carcere dell’Ucpi. Il primo cittadino di Firenze ha aggiunto che visiterà il carcere perché «è il peggiore d’Italia, e al cui interno si verificano spessissimo risse tra detenuti, cadono i calcinacci, alcuni settori dovrebbero essere chiusi e ci sono condizioni bestiali per il sovraffollamento con le temperature che d’estate superano anche i 40 gradi».
Della stessa opinione anche il sindaco di Scandicci, Sandro Fallani: «Scriverò a Dario per un’azione congiunta» perché quel carcere «è una delle “brutture” e delle ferite lasciate in eredità dagli anni ‘80». Nardella si è poi complimentato con gli attivisti Radicali «gli unici a occuparsi di questo tema». Ma proprio loro, pur apprezzando il fatto che oggi il sindaco trascorra il suo Ferragosto «tra le sbarre», esprimono perplessità sulla proposta di demolizione. «Quando si parla di buttare giù istituti penitenziari e ricostruirne di nuovi — afferma Massimo Lensi di Progetto Firenze — bisogna avere le idee chiare o si finisce come a Pescia: costruito nel 1986, costato 5 miliardi di lire e mai aperto». Per un nuovo penitenziario, spiega, ci vogliono 15 anni: «Nel frattempo che ne facciamo dei 700 detenuti? Pensiamo a progetti di rieducazione e risocializzazione».