Musei, gli Uffizi pigliatutto
Il ministro Bonisoli sposta anche San Marco sotto le Gallerie. Nardella: riformicchia
«L’Accademia non è la ruota di scorta degli Uffizi». Che a Dario Nardella la riforma Bonisoli non sia mai piaciuta è cosa nota. Ma ieri il sindaco di Firenze è stato ancora più tranchant arrivando perfino a chiedere l’intervento della magistratura «che dovrebbe mettere gli occhi su questa accelerazione che non si vedeva dai tempi della Prima Repubblica». Nardella si riferisce alla comunicazione ufficiale di martedì in cui il ministero per i Beni e le Attività Culturali — dopo aver silurato, la scorsa settimana, la direttrice della «casa del David» Cecilie Hollberg — accorpa il museo di via Ricasoli alle Gallerie degli Uffizi: «Confermo tutte le mie perplessità a questo provvedimento — attacca il primo cittadino — Ma quello che mi sconcerta di più sono le inusuali accelerazioni da parte del ministro Bonisoli fatte durante questa crisi di governo e con un esecutivo sfiduciato. Mi riferisco alle nomine, alle anticipazioni di nomine, ai decreti e ai posizionamenti che sembrano stare molto a cuore al ministro».
Nardella parla di «atteggiamento grave» e chiede anche al Parlamento che venga fatta chiarezza. La riforma Bonisoli, dopo aver ricevuto disco verde dalla Corte dei Conti entrerà in vigore il 22 agosto, ma perché sia operativa necessita dei decreti attuativi come quello firmato martedì proprio per la Galleria dell’Accademia: con questo provvedimento viene fortemente ridimensionata l’autonomia del museo del David e, come riporta una nota di via del Collegio Romano, trasferisce dal Polo museale della Toscana al neonato Museo nazionale degli Etruschi di Villa Giulia a Roma la competenza del Poggio Renzo e della Tomba della Scimmia di Chiusi.
«Francamente nessuno ci ha spiegato il perché di questa operazione nata all’ultimo momento — continua Nardella — Si tratta di una “riformicchia” che spero venga rivista dal nuovo governo perché colpisce l’autorevolezza di Firenze declassando un museo internazionale di prim’ordine accorpandolo agli Uffizi. Questo è avvilente per il patrimonio culturale italiano». Il sindaco di Firenze, infine, non ha voluto commentare la notizia secondo cui Alberto Bonisoli avrebbe contattato personalmente il direttore Eike Schmidt prospettandogli una riconferma (Schmidt, che ha più volte manifestato la sua volontà di restare, avrebbe preso tempo anche per capire cosa accadrà nei prossimi giorni a Roma): «Apprezzo il lavoro di Schmidt, deciderà lui», chiude Nardella.
Contro Bonisoli bisogna registrare anche la presa di posizione dei deputati Maria Rosa Di Giorgi (Pd) e Gabriele Toccafondi (Civica Popolare) che, in una nota durissima, chiedono al ministro di fare un passo indietro e di smettere di fare nomine perché «se non se n’è accorto non ha più una maggioranza che lo sostiene. Andare avanti sulla irragionevole abolizione dell’autonomia dell’Accademia, come se niente fosse accaduto in questi giorni, sarebbe un’ulteriore riprova del fatto che Firenze viene vista come una nemica politica cui dare un segnale — avvertono i due deputati — Come abbiamo sempre detto e ribadito in aula, in commissione e nell’incontro avuto con il ministro, i numeri e le statistiche di questi quattro anni dimostrano tutta l’utilità dell’Accademia».
❞ Il sindaco Nessuno ancora ci ha spiegato perché sia stata tolta l’autonomia all’Accademia
❞ Toccafondi-Di Giorgi Qualcuno dica ministro, che forse non se ne è accorto, che non ha più una maggioranza