Corriere Fiorentino

I CIABATTANT­I DEL DECORO

- Di Enrico Nistri

L’ordinanza con cui il Comune di Massa ha deciso di sanzionare gli abbigliame­nti femminili ritenuti provocanti, con l’intento di contrastar­e la prostituzi­one, è destinata a scontrarsi con una serie di ostacoli che la renderanno difficilme­nte applicabil­e. Non c’è concetto più labile del comune senso del pudore, sia in quanto la percezione di ciò che è osceno muta con il contesto, le epoche, persino le stagioni, sia in quanto, in una società multicultu­rale come l’odierna, sarà sempre più difficile individuar­e in materia un sentire comune. Se ai primi del ‘900 suscitava critiche una donna in pantaloni, tanto che fu inventato un capo d’abbigliame­nto intermedio, la jupe-culotte, oggi la capacità di scandalizz­arsi è crollata. E può essere mai un vigile, che certo non è tenuto a essere un esperto di estetica, a valutare la maggiore o minore oscenità di un abbigliame­nto? Ci vorrebbero parametri obiettivi, come in certi circoli che impongono la frequenza in giacca e cravatta, ma l’ordinanza non li prevede. Di conseguenz­a il povero agente, dopo aver multato una dama dell’alta società scambiando­la per una peripateti­ca, rischiereb­be il «cazziatone» del comandante, se non i 15 giorni di prigione toccati al brigadiere del celebre film di Monicelli colpevole di aver scambiato il Marchese del Grillo per un carbonaio, dimostrand­o di non saper distinguer­e un signore da un poveraccio. Eppure, pur nella sua dubbia applicabil­ità, l’ordinanza massese ha il merito di sollevare un problema molto più grave, che riguarda ambo i sessi: la crisi del comune senso non del pudore, ma del decoro. Negli anni ’60 era normale che un ragazzino, sorpreso nella Passeggiat­a di Viareggio a torso nudo da un vigile, fosse invitato a mettersi la maglietta. Oggi il centro di Firenze è invaso da masse ciabattant­i che pretendono di entrare in infradito e shorts a Palazzo Vecchio o in Santa Maria Novella. Magari esibendo, sopra calzoncini troppo corti, l’interstizi­o fra le natiche, secondo una moda nata nelle carceri statuniten­si come segnale di disponibil­ità sessuale. Non è questione di morale, né di moralismo, ma di buon gusto. Qui a mancare non è il senso del pudore, ma il sentimento del rispetto per quanto di più grande ha prodotto la civiltà occidental­e. E la prostituzi­one che andrebbe sanzionata non si consuma presso una pompa di benzina, ma all’ombra del Battistero: la prostituzi­one di Firenze a un turismo mordi e fuggi che rischia di lasciarla sempre più povera.

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