Corriere Fiorentino

Acidini: una rivoluzion­e che non porta vantaggi

L’ex soprintend­ente: «Senza San Marco ai piccoli musei servirà un fondo di solidariet­à»

- Bonciani

Il Museo di San Marco faceva parte del Polo museale speciale di Firenze, diretto da Antonio Paolucci e Cristina Acidini e cancellato nel 2014. E Cristina Acidini ha letto con particolar­e interesse la notizia che anche San Marco andrà sotto gli Uffizi. Ma non è convinta dell’operazione.

Dottoressa Acidini, cosa ne pensa?

«Mi faccia fare una premessa... Leggo di dichiarazi­oni sulla nascita di un “super polo” e mi viene da sorridere. Il Polo museale speciale fiorentino univa 27 musei, gli Uffizi, l’Accademia e tutti quelli statali con la sola eccezione dell’Opificio delle Pietre Dure e dell’Archeologi­co: come si fa a parlare oggi di super polo?». Se lo attendeva?

«Quando è stata comunicata dal ministro l’intenzione di toglier l’autonomia all’Accademia abbiamo pensato che andasse sotto il polo regionale, invece è andata con gli Uffizi e lo stesso è accaduto con San Marco. Si rimettono insieme pezzi del vecchio polo speciale ma non vedo la logica di questo. Non è semplice capire il perché».

Cosa non la convince?

«La costellazi­one Uffizi-Pitti-Boboli è già fortissima e così al polo regionale si toglie un museo di grande valore e prestigio, redditizio anche come San Marco e gli si lasciano solo gli oneri, i costi, luoghi ad ingresso gratuito come i cenacoli o le ville medicee. Dal punto di vista gestionale ed economico non vedo un vantaggio neppure per il neonato polo: Uffizi, Accademia e San Marco sono diversi non solo per caratteris­tiche e storia, ma per tipo di visitatori».

Che vantaggi aveva il polo speciale?

«In autonomia il cda poteva impostare il bilancio e con l’incasso degli istituti redditizi potevamo finanziare gli altri. Certo gli Uffizi non facevano le “scintille” di oggi ma davano gambe ai parenti poveri, permetteva­no la tenuta di tutto il sistema museale. E dato che il 20% del bilancio andava a Roma abbiamo aiutato tutto il sistema museale italiano».

Teme che i piccoli musei abbiano meno risorse?

«Mi auguro ci sia un fondo di solidariet­à, sostenuto dai musei più redditizi».

Il museo di San Marco può giovarsi del nuovo assetto?

«Forse aveva più senso un “polo mediceo” con San Marco assieme alle Cappelle Medicee. In ogni caso il Rinascimen­to lo accomuna con Uffizi e Accademia e ci potranno essere sinergie. Di certo invito tutti ad andare a San Marco: si lascia il caos ed il rumore della piazza per entrare davvero in un mondo a parte. In spazi, capolavori, architettu­re che sono il cuore del misticismo rinascimen­tale, che invitano alla meditazion­e».

L’altro faccia della medaglia «Non ci sono vantaggi nemmeno per il neonato polo degli Uffizi che mette insieme gallerie diverse per caratteris­tiche e tipo di visitatori»

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Cristina Acidini, ex soprintend­ente del Polo museale

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