I consigli della chef inglese su dove mangiare in Toscana
A Firenze va da Sabatini, per la ciccia sceglie Cecchini e per il pesce vola alla Pineta Ecco il tour enogastronomico di una delle cuoche più note del Regno Unito Che, intervistata dal «Times», ha svelato quali sono i ristoranti che ama in Toscana
Il Times ha chiesto ai migliori chef dove vanno a mangiare quando sono in vacanza. La Toscana c’è, ma non senza sorprese. Il cuoco in vacanza in genere chiama i critici gastronomici locali, si confronta con i colleghi del posto e conserva un occhio clinico per i menu. Difficile che non conosca il grande ristorante, recensito dalle principali guide di settore. Altrettanto difficile che gli — o le — sfugga l’ottima trattoria.
Fiona Sims ha chiesto agli esperti dove andare tra Riviera (la Costa Azzurra), Andalusia e appunto la nostra Toscana. Tra i migliori chef inglesi a trascorrere le vacanze nella nostra regione c’è Angela Hartnett. È una chef stellata con ristoranti a Londra e il New Forest, conduttrice di un programma di cucina nel Regno Unito e autrice di un bestseller di ricette. Ha il cognome, oltre che probabilmente gli occhi chiari del padre irlandese arruolato nella Royal Navy, ma il sangue materno è Margaritelli/Pesci di Bardi, borgo medievale della valle del Ceno in provincia di Parma, ghibellino nel Rinascimento e resistente dietro la linea Gotica. Facevano il «fish and chips», ma oggi la Hartnett è la cuoca che ha insegnato agli inglesi a cucinare il risotto al dente, a tagliare il ragù al coltello e a mantecare le paste senza lasciare a galleggiare nel brodo.
Il suo ristorante preferito in Toscana è la Pineta di Marina
di Bibbona, simbolo della cucina di pesce più pulita, meno pasticciata, mediterranea e più di scuola Paracucchi che Marchesi. Oggi al posto di Luciano Zazzeri ci sono i figli Daniele in cucina e Andrea in sala. Sulle trattorie invece la prima scelta della «tata della cucina italiana a Londra» è ricaduta sull’Osteria La Porta a
Monticchiello con relativa foto simbolo del tornanti coi cipressi della Val d’Orcia. Il motivo? «Tradizione nello stile e nei piatti, con rapporto qualità prezzo e un panorama da sogno». Tavoli di marmo, tovagliette, ambiente curato, ravioli fatti in casa... A eccezione del tartufo nero estivo usato come il bianco pregiato, poco da eccepire.
Per la Hartnett la miglior trattoria di Firenze è Sabatino. Anche qui una scelta che può sembrare inusuale e invece è la perfetta sintesi della ricerca di un ambiente familiare, schietto e con una cucina quotidiana e di carattere. Quando i grandi chef si godono il meritato riposo sono alla ricerca di una ristorazione che lasci il segno, come il menu scritto a macchina ogni giorno di Sabatino, con la sua cucina povera delle zuppe stagionali e delle carni al tegame. Più scontata perché quasi obbligata appare la sosta dal mitico Dario Cecchini famo
so per la ciccia, per la Panzanese e per la Fiorentina e «wonderfully charismatic».
È stato il macellaio poeta di Panzano a raccontare al mondo il fascino della bistecca e della cucina toscana che le gira intorno. Ultima, solo in ordine, l’Osteria vini e vecchi
sapori sottolineata dalla Hartnett come ottima per le pappardelle sull’anatra e bacchettata per una solo decente carta dei vini. Una serie di consigli che dimostrano ancora una volta l’affinità tra Firenze, Londra e la Toscana. Con una lettura, tutt’altro che turistica e scontata. Provatele anche voi.