Corriere Fiorentino

PRIMA IL CANDIDATO GOVERNATOR­E POI LE LISTE CIVICHE

- Di Gabriele Toccafondi* *Deputato di Civica Popolare

Caro direttore, in merito al dibattito sulle liste civiche scaturito dalle proposte di Nardella, Biffoni ed altri, vorrei sottolinea­re che i sindaci del Pd che pensano che i voti delle liste civiche siano «loro» sembrano alimentati da buone intenzioni ma rischiano di scontrarsi con la realtà. Sanno benissimo che chi ha votato le liste civiche lo ha fatto perché non vuole votare il Pd, perché non è di sinistra, non vuole dare il voto a chi urla, a chi non ha un’idea ma vive sul nemico di turno, a chi appare per le provocazio­ni che fa non per le cose che vuole fare. Quanto accaduto in Toscana alle amministra­tive e alle europee ne è la dimostrazi­one, numeri alla mano: chi ha votato le liste civiche ha usato il buon senso, non ha votato il Pd o i partiti di sinistra perché non si sente rappresent­ato. Sono elettori che non hanno problemi a votare partiti e schieramen­ti opposti e lo fanno ragionando. Sono elettori che cercano concretezz­a. Per dare risposte a questi elettori servono il nome giusto per il candidato presidente e soprattutt­o buoni programmi e buone idee. Il coinvolgim­ento di questa parte di elettorato che non si riconosce nella Lega o nel Movimento Cinque Stelle è un tema da trattare con attenzione e con interesse: ma da qui a ipotizzare listoni regionali o nazionali perché lo dice o lo organizza quello o quell’altro sindaco o parlamenta­re ce ne passa. Non vedo neppure percorribi­le la strada di riunire «leader» locali delle tante liste civiche o simili. Siamo nella terra dei campanili, dei guelfi e dei ghibellini, tanti voti alle liste civiche soprattutt­o quelle dei sindaci non sono con «annessa preferenza», non «rispondono» a logiche personali ma, lo ribadisco, sono la volontà di scegliere il sindaco con buonsenso, mi permetto di dire, nonostante i partiti che lo appoggiano. Per questo non possono essere i sindaci, uomini di partito, ad incubare una realtà civica regionale o nazionale. O c’è un nuovo soggetto politico nazionale che rappresent­a questa area adesso orfana, oppure tutti possiamo e dobbiamo dare una mano ma la lista civica (e non le liste civiche!) deve nascere intorno al candidato Presidente della regione e alle idee del programma. Per questo il vero, principale, fondamenta­le punto è capire chi la coalizione presenterà come governator­e e soprattutt­o che idee e programmi avrà. Se la coalizione ha voglia di tornare indietro, se il Pd ha voglia di aprire la porta al partito del «no», dell’indietro tutta sulle infrastrut­ture, sulle politiche del lavoro e le tasse, sulla scuola e la sicurezza, allora puoi organizzar­e quante liste vuoi ma nessuno degli elettori delle amministra­tive toscane le voterà. Nemmeno se te lo chiede il «tuo» deputato o il «tuo» sindaco.

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