La droga, gli spari e la donna con l’arsenale
Delitto di Gavorrano: venerdì arrestato un italiano, ieri la complice. Volevano rapinare i pusher
È stata arrestata dai carabinieri. Sonia Santi, 33 anni, residente a Suvereto, è finita in carcere nell’ambito delle indagini per il delitto, avvenuto a Filare di Gavorrano (Grosseto) il 12 agosto, di Jarmouni Bouazza, 25 anni, marocchino e del tentato omicidio di un connazionale del deceduto, Eljamouni Rahhal, 19 enne, attualmente ricoverato a Siena.
Per l’accusa la 33 enne sarebbe la complice di Mirko Meozzi, l’uomo di 45 anni, di Scarlino, fermato il 14 agosto. In base alle indagini svolte dai carabinieri del nucleo investigativo di Grosseto e della compagnia di Follonica, il delitto sarebbe maturato negli ambienti dello spaccio di stupefacenti: verosimilmente gli arrestati, intenzionati ad effettuare una rapina ai danni dei due marocchini che avrebbero spacciato nei boschi di Filare, avrebbero sparato due colpi di pistola per poi sottrarre loro droga e denaro contante.
Durante la perquisizione a casa della donna i carabinieri hanno trovato parte della droga che sarebbe stata portata via alle due vittime — 10 grammi di hashish e 3 grammi di cocaina, il tutto suddiviso in dosi — nonché l’arma verosimilmente utilizzata, una Beretta 98 Fs, calibro 9x21, detenuta legalmente dalla donna, che veniva posta sotto sequestro. I militari hanno proceduto «al ritiro amministrativo di altre armi e munizioni legalmente detenute»: due fucili calibro 12 e munizionamento calibro 12 e 9x21. Meozzi, nell’interrogatorio, aveva accusato la Santi di aver ucciso e ferito gli spacciatori. «A me è partito un colpo, poi lei ha preso la pistola e ha sparato contro i marocchini... So che alcuni marocchini avevano provato a violentare una sua parente», ha messo a verbale l’uomo. Il giudice però non ritiene che le dichiarazioni di Meozzi siano attendibili e siano smentite dalle «confidenze che la vittima ha fatto al sopravvissuto»: è stato Meozzi a sparare.
Le indagini
È di lei la pistola dell’omicidio. L’uomo l’accusa, ma il giudice non gli crede