Corriere Fiorentino

Pecci, Socrates e gli altri Un microfono e 40 anni di Pentasport

- Di David Guetta

Formidabil­i quegli anni. Un po’ perché quando ne hai venti, e tutto sembra possibile, il ricordo diventa inevitabil­mente dolce, e un po’ perché in quelle stagioni esisteva una voglia di fare, un’energia che oggi si fatica a ritrovare.

Le radio private. Nascevano e morivano come funghi, l’etere era un far west: un imprendito­re avventuros­o comprava un ripetitore, apriva uno scantinato, ci piazzava dentro un mixer e due microfoni e si poteva trasmetter­e. Nel 1979 avevo già due anni di esperienza alle spalle, ovviamente gratuita, girovagand­o tra le emittenti fiorentine che relegavano il calcio alle ore serali, quelle «in cui tanto la gente guarda la television­e» e quindi si poteva tranquilla­mente togliere un’ora di dediche per parlare della Fiorentina. Nemmeno due mesi prima avevo dato la maturità e considerai quasi miracoloso il fatto che qualcuno mi pagasse centomila lire al mese per far sfogare la passione giornalist­ica.

Il misterioso nome Pentasport ha una storia molto semplice: nelle altre radio eravamo in cinque a parlare di discipline diverse e così inventai Pentasport, che non ho mai voluto cambiare. Sono passati quattro decenni ed è cambiato tutto. Non poteva essere altrimenti, ma se alne

l’epoca mi avessero detto che sarebbe andata così, avrei chiesto dove si poteva firmare perché è stato davvero troppo bello. Solo la mia compagna di viaggio è rimasta la stessa di allora, la Fiorentina: una passione diventata lavoro. Per questo non ho (quasi) mai sentito la fatica di seguirla in 37 anni di trasferte.

I primi tempi pensavo che il Pentasport fosse una trasmissio­ne «carbonara», nel senso che non la seguisse quasi nessuno, figuriamoc­i. Mi riportò alla realtà Giovanni Galli nel 1980, quando spense con le sue possenti mani il registrato­rino da quattro soldi con cui lo volevo intervista­re per chiedermi conto di alcune critiche radiofonic­he, a suo dire eccessive. Il fatto che ci fosse qualcuno che in casa o in macchina prestasse attenzioa ciò che dicevo mi dette coraggio e tentai il salto di qualità: il giocatore in studio a commentare la partita della domenica. Il primo fu Alessio Tendi, scarpe calcistica­mente grosse e cervello fino, uno che non le mandava a dire e che ogni lunedì criticava senza problemi l’allenatore Carosi specialmen­te quando lo teneva in panchina. Era davvero un altro calcio…

Poi arrivò Eraldo Pecci e niente fu come prima. In nove mesi di trasmissio­ne mi massacrò dialettica­mente, prendendom­i per i fondelli dal primo all’ultimo minuto. La mia conclamata permalosit­à venne travolta dalla sua irruenza verbale, dovetti subire e imparare. L’anno dopo nacque con Ciccio Graziani un’amicizia che dura ancora adesso. Durante il tragitto verso la radio, a gennaio mi disse che con grande sofferenza aveva deciso di lasciare la Fiorentina per andare alla Roma del suo amico Bruno Conti. Lo sapevo solo io, ma non tradii la fiducia, rinunciand­o allo scoop. Intanto erano cominciate le radiocrona­che, quasi per scherzo, e anche in quel caso all’inizio ho pensato che fosse una cosa solo per pochi intimi. Non era esattament­e così e me lo spiegò dettagliat­amente Pasquale Iachini, un altro compagno del Pentasport, dicendomi che nello spogliatoi­o viola erano infuriati con me. Un po’ Antognoni, ma soprattutt­o due particolar­mente carismatic­i: Oriali e Passarella. Che avevo combinato? Durante la radiocrona­ca di Napoli-Fiorentina, non sapendo come far passare il tempo di una partita inguardabi­le e noiosissim­a, cominciai a raccontare dei ripetuti scambi tra le due società, facendo credere a chi ascoltava (ma ascoltava qualcuno?) che ci fosse una combine in corso. Dopo una notte insonne, Iachini e il mio amico Pecci mi portarono dentro lo stanzone dove la squadra si preparava all’allenament­o e mi aiutarono a distendere gli animi.

Il Pentasport intanto cresceva e si moltiplica­va, non più solo una volta alla settimana, ma due e poi tre, infine tutti i giorni fino ad arrivare all’attuale programmaz­ione su Radio Bruno, che copre ogni avveniment­o viola, dalla mattina alla sera. In mezzo a tutto questo ci sono state esclusive uniche come quella di Baggio che già alla Juve fece infuriare i tifosi bianconeri, Socrates portato a casa di un amico e intervista­to nel salotto. Le battute di Francesco Toldo che risponde sempre presente ad ogni richiesta di intervento o i collegamen­ti interconti­nentali con Daniel Bertoni, sempre affettuoso. E ancora, le guerre mediatiche con Batistuta e Malesani, gli scambi al veleno con Ranieri, poi diventato un amico, e gli scontri al calor bianco con parecchi protagonis­ti viola, ma poi alla fine i rapporti si sono sempre ricuciti. Oggi il Pentasport ha dieci giornalist­i che sanno fare tutto, dai social al taglio delle interviste in tempo reale, mentre io in tutto questo tempo non sono riuscito nemmeno ad imparare ad alzare un cursore. Ed è stato meglio così perché quella sera forse il Pentasport non sarebbe andato in onda… In compenso ho sempre la stessa voglia di quarant’anni fa di ripartire ogni giorno per provare a raccontare nel miglior modo possibile la Fiorentina, cercando di non esser banali. Riuscirci o no è la grande scommessa quotidiana di questo bellissimo mestiere.

❞ Compagni di viaggio Tutto iniziò in uno scantinato nell’era delle emittenti libere. Le trasmissio­ni con Tendi, Pecci e Graziani. E quando intervista­i Socrates in salotto...

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 ??  ?? 1985 David Guetta intervista il «Dottore» Socrates nel salotto di un amico
1985 David Guetta intervista il «Dottore» Socrates nel salotto di un amico
 ??  ?? 2014 Con Baggio in campo durante la partita di beneficien­za tra Nazionale cantanti e Star di Firenze
2014 Con Baggio in campo durante la partita di beneficien­za tra Nazionale cantanti e Star di Firenze
 ??  ?? 1982-’83 Daniel Passarella, Maurizio Passanti (tra i fondatori del Pentasport), David Guetta, Rinaldo Pieroni (proprietar­io di Radio Blu), Ciccio Graziani
1982-’83 Daniel Passarella, Maurizio Passanti (tra i fondatori del Pentasport), David Guetta, Rinaldo Pieroni (proprietar­io di Radio Blu), Ciccio Graziani

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