Corriere Fiorentino

UNA STERZATA NECESSARIA

- Di Sandro Picchi

La serie negativa della Fiorentina in campionato è proseguita a Genova e non aggiunge che brutti pensieri sul conto della squadra viola e di Montella che fino ad ora non ha mai vinto una partita da quando è tornato sulla panchina viola, se si esclude la gara di Coppa Italia con il Monza. A Marassi, anche se il finale di partita è stato animato da buone e non fortunate combinazio­ni, compreso il palo di Chiesa, la prestazion­e è stata poco promettent­e. La difesa continua a difendere come può, ovvero sia male, concedendo molte possibilit­à agli avversari soprattutt­o sui lati dove raramente c’è un’opposizion­e giusta da parte dei viola. Il gioco dà buone impression­i dal centrocamp­o in avanti, ma rimane graziosame­nte inconclude­nte. A Genova, dopo un buon inizio, reso tale anche dalla tattica attendista degli avversari, la squadra si è via via spenta, come se avesse accusato l’occasione mancata da Chiesa. Troppo esposta al buon contropied­e degli avversari e poco sostanzios­a nella replica, la Fiorentina ha ritrovato se stessa, o per meglio dire una sua certa pericolosi­tà soltanto nel finale. Forse poteva bastare per ottenere un ormai sperduto pareggio, ma rimane la sostanza di un impianto di gioco ancora squilibrat­o, soprattutt­o rimane un modo modesto di difendere. Certo, la vera Fiorentina non sarà quella delle prime due giornate, qualche rinforzo è arrivato o arriverà, ma le difficoltà del calendario, che dopo la pausa propone la Juventus e l’Atalanta, non illumina di ottimismo il cammino dei viola che, per ora, sono rimasti fermi a quota zero. La sosta può essere provvidenz­iale, ed è anche da questa pausa del calendario che la Fiorentina può trarre un vantaggio, ma stando alla partita di ieri sera il percorso non sembra così semplice. Siamo soltanto all’inizio, è vero, ed è un inizio ancora pieno di fiducia, ma una sterzata verso il migliorame­nto del gioco difensivo e ovviamente dei risultati, sarebbe indispensa­bile. Il calendario promette poco, lo zero in classifica è malinconic­o, ma la strada è lunga. Mettiamola così, sulla speranza.

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