Cambia una gomma: travolto
Tragedia sull’A12: fiorentino di 27 anni ucciso da un Tir. Otto feriti, quattro gravi
Era sceso per cambiare la gomma del furgone fermo con altri due sulla corsia d’emergenza dell’A12. È morto così Lorenzo Lunghi (in foto con la madre), fiorentino, 27 anni, travolto e ucciso da un Tir. Uno schianto terribile in cui altri 8 sono rimasti feriti.
Una vita consacrata alla passione del basket. Giocatore, allenatore, arbitro, statistico. Lorenzo Lunghi aveva 27 anni e veniva da una famiglia con una lunga tradizione nella pallacanestro. A suo nonno, suo omonimo, è dedicata una competizione molto nota in Toscana, il Trofeo Lorenzo Lunghi. Suo padre Luca è stato anche lui allenatore. E il giovane Lorenzo affiancava la passione per la palla arancione agli studi da ingegnere e al lavoro in un catering.
Nato a Firenze e cresciuto a Coverciano, frequentò le elementari Mazzanti, dove fu compagno di scuola e amico di Lorenzo Guarnieri, unito dal suo stesso tragico destino, ucciso da un criminale della strada nove anni fa: «Erano molto amici, giocavano a basket insieme nel Coverciano — racconta Stefano Guarnieri, molto scosso dalla notizia — Lo ricordo con grande affetto, era sempre presente alle iniziative della nostra associazione (la Lorenzo Guarnieri onlus, ndr), era molto sensibile al tema della sicurezza stradale e voleva bene a mio figlio. E ogni volta che abbiamo organizzato il nostro torneo di pallacanestro “Lorenzo, per non dimenticare”, lui era sempre al tavolo arbitrale, non si è mai tirato indietro».
Figlio di Luca, che lavora in una tipografia, e di Giovanna, dipendente del Nuovo Pignone, fratello di Chiara, appassionata e allenatrice di pallavolo, Lorenzo Lunghi aveva frequentato le scuole superiori al liceo scientifico Gramsci, per poi iscriversi alla facoltà di Ingegneria civile, sempre a Firenze. E dopo una gioventù sportiva da playmaker, nel Coverciano, nella Laurenziana, poi dai 14 anni nel Pino Basket, dove era arrivato fino alla serie D («Lorenzo non era alto, anzi era piccino, ma agilissimo e veloce. E aveva un grande tiro da tre: arrivava fronte canestro e, prima che il difensore potesse intervenire, il tiro era già partito ed era una sentenza», racconta il presidente del Pino Dragons, Luca Borsetti), aveva scelto di smettere di giocare e di diventare allenatore degli adolescenti, sempre nel Pino: «Con i ragazzini era molto severo, era uno che aveva “scuola”, ma era anche amatissimo — dice ancora un commosso Borsetti — Segno che sapeva farsi apprezzare. Pretendeva, ma sapeva anche dare, era una persona di disponibilità rara».
Era arrivato anche a diventare assistente allenatore della sua ex squadra in serie D, tanto che proprio oggi i ragazzi scenderanno in campo dopo un minuto di silenzio e col lutto al braccio. Due anni fa, la decisione di lasciare la panchina per concludere gli studi in ingegneria civile che, forse per colpa dello sport, aveva un po’ trascurato. Ma era rimasto a collaborare con la prima squadra del Pino Dragons, come parte del team di statistiche. Da un po’ di tempo, Lorenzo a fianco dello studio aveva messo anche il lavoro. E l’incidente di ieri sull’autostrada A12 è avvenuto proprio mentre era impegnato con la società di catering con cui collaborava per qualche giorno a settimana.
«Non mi colpisce il destino comune con mio figlio, perché la combinazione è solo il chi, non il cosa: queste morti sono troppe — commenta Stefano Guarnieri — Al dolore si unisce la frustrazione di vedere che il messaggio della nostra associazione non riesce a cambiare le cose. Vediamo ogni giorno i nostri fallimenti. Purtroppo non riusciamo a vedere i volti di quelli che, forse, abbiamo salvato».
Ogni volta che abbiamo organizzato iniziative per la sicurezza sulla strada lui era presente. Era molto legato al mio Lorenzo, giocavano insieme da bambini