«Donate il sangue: è urgente»
Toscana a corto di sacche, gli ospedali rischiano di dover rinviare alcuni interventi
Manca il sangue, di tutti i gruppi, ed è allarme. «Il problema riguarda tutta la Toscana: se entro una settimana non ci sarà un aumento di donazioni, rischiamo di dover rinviare le operazioni programmate», spiega Simona Carli, direttore del Centro regionale sangue.
«Si segnala una situazione di gravissima carenza di emazie (in gergo medico, i globuli rossi, ndr), di tutti i gruppi. Si segnala inoltre che la carenza è generalizzata a livello nazionale in particolare per i gruppi 0 positivo e negativo, pertanto vi preghiamo di programmare attentamente le attività elettive con i colleghi anestesisti e chirurghi al fine di garantire l’assistenza in urgenza emergenza e per le prestazioni salvavita». All’ospedale di Torregalli, l’indicazione di «attivare il protocollo di emergenza» per carenza di sangue inviata ai reparti è partita dalla direzione dell’ospedale. Tradotto, si chiede di valutare il rinvio di alcuni interventi chirurgici programmati e non urgenti.
Il problema riguarda tutta la Toscana: «Se entro una settimana non ci sarà un aumento di donazioni, rischiamo di dover rinviare le operazioni programmate», spiega Simona Carli, direttore del Centro regionale sangue. «La carenza — aggiunge — riguarda tutta Italia, in particolare per lo Zero negativo e l’A positivo. Per questo abbiamo dovuto concentrare le sacche dove ci sono le necessità più importanti, come ad esempio il centro trapianti di Pisa, a scapito delle realtà più piccole. Ma non siamo pessimisti: quando ci sono 40 gradi, è difficile donare il sangue. Ma ora che le temperature si sono abbassate e che molti sono rientrati dalle ferie, contiamo che in tanti tornino subito ai centri trasfusionali». Così Carli lancia un appello a rivolgersi subito ai centri ospedalieri e alle associazioni: «Sì, servono donazioni subito, perché a fine estate le sacche sono sempre poche, quest’anno in modo particolare».
«Ogni mattina controlliamo il “meteo del sangue”, il portale regionale che dice chi ha bisogno di sacche e chi invece ne ha in abbondanza e può trasferirle altrove. Il giallo significa livello di attenzione, il rosso che abbiamo un problema, il nero che la situazione è seria. E in questi giorni ci sono molte caselle nere — dice Isio Masini, direttore di immunoematologia e medicina trasfusionale dell’Asl Toscana Centro — La nostra azienda è spesso in attivo, di solito ne diamo a chi ne ha più bisogno, in particolare a Careggi, Scotte e Cisanello. Ora invece siamo a corto anche noi. Anche perché spesso ci aiutiamo tra Regioni, ma ora sono tutte in difficoltà». «Donare, donare, donare — è l’invito di Masini — Abbiamo contattato le associazioni perché chiamino i loro soci, e noi abbiamo fatto lo stesso, telefonando ai donatori abituali dei centri ospedalieri. Che teniamo apposta aperti, a Torregalli e Ponte a Niccheri, anche la domenica». Il problema, rivelano gli esperti, è il cambiamento demografico. La popolazione invecchia e per quanto l’età massima della donazione sia stata alzata dai 65 a 70 anni, sono molti di più i donatori che «vanno in pensione» dei nuovi che entrano nel sistema. Spesso, poi, i giovani, col loro stile di vita — tra promiscuità sessuale e abuso di alcol — non possono donare. E non manca il problema delle ferie estive: il sangue di chi è stato in zone affette dalla febbre occidentale del Nilo deve subire controlli che durano una settimana. Per i donatori senza questo tipo di incognita, invece, gli esami si svolgono in poche ore. E in 30 ore dalla donazione, la sacca è già disponibile per il paziente in sala operatoria.