Nogarin: il grillismo a tutti i costi è finito E a Firenze giù i muri
Parte il Consiglio comunale e nella selva di question time e domande d’attualità delle opposizioni, da destra e da sinistra, non ce n’è neppure una che parta dai banchi del Movimento Cinque Stelle. Roberto De Blasi e Lorenzo Masi, i due consiglieri grillini, sono già entrati nello spirito del governo giallorosso e hanno smesso di far la guerra al Pd? «Macché — ride De Blasi — Noi restiamo all’opposizione e se non abbiamo presentato interrogazioni è solo perché la convocazione di questa seduta è stata decisa all’ultimo. Ma ci rifaremo la prossima volta». Nel piccolo «transatlantico» che in Palazzo Vecchio porta dal Salone de’ Dugento alla saletta con la macchina del caffè, l’ex candidato sindaco Cinque Stelle saluta cordialmente consiglieri e assessori Pd. «Io sono fatto così, ma ero così anche quando eravamo al governo con la Lega, non è cambiato nulla. Rispetto chi governa, come loro rispettano me — spiega De Blasi — Se la giunta ha una proposta buona noi l’appoggiamo. Tutti abbiamo l’obiettivo di rendere migliore la vita dei fiorentini, al massimo possiamo scontrarci sul come. Per questo restiamo fermamente contrari alla nuova pista di Peretola, al tunnel Tav, alla stazione Foster e alla terza corsia dell’A11. Ma in una logica sempre propositiva». Insomma, lo spartiacque etico che divideva M5S e Pd nella scorsa amministrazione sembra crollato. E non per le recenti vicende romane, ma per il cambio della guardia dello scorso giugno tra consiglieri. Così, De Blasi e Masi hanno appoggiato la maggioranza sulla variante al Regolamento urbanistico. «Se una proposta è buona, è buona: che sia del Pd, della Sinistra, della Lega o di FdI», dice Masi. Sembrano lontani i tempi in cui l’ormai ex consigliera Silvia Noferi tuonava contro il Pd, che «ormai fa tenerezza», e contro le sue «politiche demagogiche». E lei non la prende bene: «Non giudico come si comporta chi c’è adesso al mio posto, io ho fatto opposizione forte, anche perché il Pd era anche al governo nazionale e andava incalzato. Io ero molto libera, non so ora come sia la situazione», dice ora Noferi. Chi, nel M5S, potrebbe sedersi al tavolo con tanti ex nemici del Pd, è l’ex sindaco di Livorno Filippo Nogarin, che dai rumors romani sembra vicino a un posto da sottosegretario alle Infrastrutture o alla Funzione Pubblica. Lui smentisce tutto, ma spiega perché oggi, anche in Toscana, tra M5S e Pd i rapporti sono cambiati: «Da un lato, agli albori del Movimento c’era la necessità di un “grillismo a tutti i costi”, per presentarsi come forza nuova, mentre ora abbiamo un profilo più istituzionale. Dall’altro lato, anche gli “altri”, a partire dal Pd, ci guardano con maggior rispetto, ci vedono come interlocutori credibili». Quanto a una possibile alleanza PdM5S per le Regionali 2020, Nogarin è netto: «Non è improbabile, è impossibile. La distanza sui grandi temi resta immutata». E un patto di desistenza all’eventuale ballottaggio? «Conteranno i programmi».