Corriere Fiorentino

CINQUE PASSI NEL DELIRIO

- Di Paolo Ermini

Questa è una lettera al sindaco di Firenze. Una lettera aperta. Non per chiedergli conto di come stia trattando alcuni problemi che assillano Firenze, ma più sempliceme­nte chi se ne stia occupando. Perché troppo spesso si ha la sensazione di un’amministra­zione distratta. Speriamo di sbagliarci, ma di fronte all cronicizza­zione delle emergenze, viene da concludere che ai fiorentini non resti che rassegnars­i. E che, di fatto, questo sia l’invito inconfessa­bile che viene da alcune stanze del Comune. Noi però non ci rassegniam­o. L’altro ieri abbiamo dedicato l’editoriale al caso di piazza Stazione, che con le tramvie è diventata un gigantesco imbuto dal quale ci vogliono un sacco di minuti per uscire. In taxi, sulle auto private, in bus. Chi cerca di rimediare al disastro, a questa clamorosa esibizione di inefficien­za dopo l’irresponsa­bile decisione di risolvere tutti i problemi dei trasporti e della viabilità in superficie? L’assessore Giorgetti dice: ci vuole pazienza. Vuole dire che non c’è niente da fare. Non è accettabil­e. Ma la Stazione è solo una voce del catalogo:

1. Chi si sta occupando dell’anarchia del carico-scarico delle merci a tutte le ore? Firenze si é trasformat­a nella città dei furgoni. Ma a qualcuno importa?

2. Chi si sta occupando dell’invasione di tavolini un po’ ovunque, anche su marciapied­i larghi 50 centimetri? Non bastava l’esplosione dei dehors, concessi senza ritegno a chiunque, anche in viuzze che già erano difficili da percorrere? I residenti di Borgo La Croce sono insorti contro il mangificio notte-giorno e il relativo frastuono. Qualcuno si è mosso per andare a verificare di persona la fondatezza delle denunce?

3. Chi si sta occupando della dissennata raccolta di rifiuti nel centro storico? I maxi mezzi di Alia operano a tutte le ore, indistinta­mente, provocando lunghe code. Ieri alle 13,30 un grande raccoglito­re ostruiva del tutto l’accesso a piazza Pitti da piazza San Felice per svuotare i cassonetti interrati. Normale? Altre città hanno modulato la raccolta in base alle esigenze della cittadinan­za, non su quelle aziendali.

4. Chi si sta occupando di rifare le strisce, sia per l’attraversa­mento delle strade sia per la sosta, comprese le piazzole dell’Ataf? L’incuria è diventata un alibi. Tutti parcheggia­no negli spazi delle fermate dei bus, gli autisti dei bus non accostano più, neppure quando potrebbero. Qualcuno se n’e accorto?

5. Chi si sta occupando delle stramalede­tte buche che attentano ogni giorno alla nostra incolumità? Bisogna sempre aspettare di rifare l’intera pavimentaz­ione per sventare il pericolo? Non si può mettere qualche toppa?

Sono cinque aspetti di mancata qualità della vita urbana. Saranno i lettori a integrare il dossier. Apprezziam­o l’impegno del sindaco sulle grandi questioni, dall’aeroporto al passaggio dell’alta velocità. Fronti sui quali il cambio di governo può facilitare un successo. Ma della cura quotidiana, e più silenziosa, di Firenze chi se ne occupa?

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