E ROMA RISBAGLIA
Nel riflettere sulla straordinaria manifestazione per il clima del 15 marzo scorso, che aveva visto la massiccia partecipazione di studenti e insegnanti, avevamo sottolineato la necessità che il suo svolgimento in orario scolastico rappresentasse un’eccezione e non diventasse una consuetudine. Sembra invece che ci si avvii su questa strada: venerdì prossimo si replica e con l’incoraggiamento del nuovo ministro, che auspica una grande partecipazione degli studenti. A questo scopo ha emanato un’infelice circolare alle scuole con cui invita presidi e insegnanti ad accogliere le giustificazioni degli studenti che dichiareranno di avere preso parte alle manifestazioni. Non c’era del resto da farsi illusioni. Chi conosce la scuola sa quante ore e giornate di studio si perdono per i più vari motivi; eppure per l’istruzione i contribuenti spendono molto, se pensiamo che, per esempio, una scuola di 30 classi ci costa 30 mila euro al giorno. Non è quindi una bella cosa che i «Venerdì per il futuro» rischino di diventare, proprio come sembra, dei venerdì in fuga dalla scuola e perciò dal futuro stesso, che vediamo tanto più grigio, se le nuove generazioni non acquisiscono, accanto alla capacità di mobilitarsi, la solida e approfondita preparazione culturale necessaria per cambiarlo. Ai piani alti della scuola, a dire il vero, le cose cambiano con notevole rapidità e chiunque viene chiamato a fare il ministro sembra fare a gara contro il tempo e i suoi predecessori per annunciare, e spesso purtroppo per mettere in atto, cambiamenti che servono innanzitutto a giustificare il proprio arrivo in viale Trastevere. Eppure l’attuale ministro, avendo riconosciuto al momento del suo insediamento di essere competente sulle questioni universitarie, ma totalmente inesperto di scuola, ci aveva fatto illudere che, al contrario di tanti suoi predecessori, fosse disponibile a mettersi con umiltà a conoscerla e a studiarla con attenzione e con il senso di responsabilità che si richiede quando siamo chiamati a incidere sul destino dei ragazzi. Invece ancor prima di varcare la soglia del ministero si è lasciato andare a una serie inarrestabile di proposte e riflessioni che lasciano il più delle volte basiti.
Come l’auspicio di ispirarsi alla rinfusa alla scuola finlandese, a Maria Montessori, a Don Milani, all’esperienza di Reggio Children... Qualcuno dovrebbe informare il ministro Fioramonti che blandire gli studenti non porta fortuna. Prima di lui lo ha fatto l’ex ministra Carrozza: anche lei, appena varcata la soglia di viale Trastevere e dichiaratasi come Fioramonti incompetente del sistema scolastico, sollecitò tuttavia gli studenti a ribellarsi ai genitori, alla scuola e ai professori. E peggio di lei avrebbero poi fatto l’ex sottosegretario Davide Faraone che esaltò il valore formativo delle occupazioni e l’ex vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, che elogiò gli studenti che anziché essere a scuola andavano ai suoi comizi. Un comportamento del genere certamente fa molto male alla scuola e al Paese, e a pensarci bene non giova neanche al miglioramento del clima stesso se nel suo nome ci permettiamo di sperperare milioni di euro per fare, al mattino, ciò che si potrebbe fare, anche con maggior credibilità, di pomeriggio.