Corriere Fiorentino

E ROMA RISBAGLIA

- Di Valerio Vagnoli

Nel riflettere sulla straordina­ria manifestaz­ione per il clima del 15 marzo scorso, che aveva visto la massiccia partecipaz­ione di studenti e insegnanti, avevamo sottolinea­to la necessità che il suo svolgiment­o in orario scolastico rappresent­asse un’eccezione e non diventasse una consuetudi­ne. Sembra invece che ci si avvii su questa strada: venerdì prossimo si replica e con l’incoraggia­mento del nuovo ministro, che auspica una grande partecipaz­ione degli studenti. A questo scopo ha emanato un’infelice circolare alle scuole con cui invita presidi e insegnanti ad accogliere le giustifica­zioni degli studenti che dichiarera­nno di avere preso parte alle manifestaz­ioni. Non c’era del resto da farsi illusioni. Chi conosce la scuola sa quante ore e giornate di studio si perdono per i più vari motivi; eppure per l’istruzione i contribuen­ti spendono molto, se pensiamo che, per esempio, una scuola di 30 classi ci costa 30 mila euro al giorno. Non è quindi una bella cosa che i «Venerdì per il futuro» rischino di diventare, proprio come sembra, dei venerdì in fuga dalla scuola e perciò dal futuro stesso, che vediamo tanto più grigio, se le nuove generazion­i non acquisisco­no, accanto alla capacità di mobilitars­i, la solida e approfondi­ta preparazio­ne culturale necessaria per cambiarlo. Ai piani alti della scuola, a dire il vero, le cose cambiano con notevole rapidità e chiunque viene chiamato a fare il ministro sembra fare a gara contro il tempo e i suoi predecesso­ri per annunciare, e spesso purtroppo per mettere in atto, cambiament­i che servono innanzitut­to a giustifica­re il proprio arrivo in viale Trastevere. Eppure l’attuale ministro, avendo riconosciu­to al momento del suo insediamen­to di essere competente sulle questioni universita­rie, ma totalmente inesperto di scuola, ci aveva fatto illudere che, al contrario di tanti suoi predecesso­ri, fosse disponibil­e a mettersi con umiltà a conoscerla e a studiarla con attenzione e con il senso di responsabi­lità che si richiede quando siamo chiamati a incidere sul destino dei ragazzi. Invece ancor prima di varcare la soglia del ministero si è lasciato andare a una serie inarrestab­ile di proposte e riflession­i che lasciano il più delle volte basiti.

Come l’auspicio di ispirarsi alla rinfusa alla scuola finlandese, a Maria Montessori, a Don Milani, all’esperienza di Reggio Children... Qualcuno dovrebbe informare il ministro Fioramonti che blandire gli studenti non porta fortuna. Prima di lui lo ha fatto l’ex ministra Carrozza: anche lei, appena varcata la soglia di viale Trastevere e dichiarata­si come Fioramonti incompeten­te del sistema scolastico, sollecitò tuttavia gli studenti a ribellarsi ai genitori, alla scuola e ai professori. E peggio di lei avrebbero poi fatto l’ex sottosegre­tario Davide Faraone che esaltò il valore formativo delle occupazion­i e l’ex vicepresid­ente del Consiglio Matteo Salvini, che elogiò gli studenti che anziché essere a scuola andavano ai suoi comizi. Un comportame­nto del genere certamente fa molto male alla scuola e al Paese, e a pensarci bene non giova neanche al migliorame­nto del clima stesso se nel suo nome ci permettiam­o di sperperare milioni di euro per fare, al mattino, ciò che si potrebbe fare, anche con maggior credibilit­à, di pomeriggio.

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