Corriere Fiorentino

Nasce il primo centro in Italia per sconfigger­e le ossessioni

Stretto l’accordo fra Università e Fondazione Brf. Ricerca su medicine e psicoterap­ie

- Giulio Gori

Un laboratori­o di ricerca, prima esperienza in Italia, per curare i disturbi ossessivo compulsivi. Il DocLab nascerà al dipartimen­to di Scienze della Salute dell’Università di Firenze, grazie a una convenzion­e stretta tra l’Ateneo e la Fondazione Brain Research Foundation (Brf). In termini di numeri, questo genere di disturbi è considerat­o dall’Organizzaz­ione Mondiale della Sanità come la decima causa di disabilità al mondo, tra tutte le malattie. Ma di che cosa di tratta?

«Questi disturbi si compongono di due elementi, quello ossessivo, ovvero il momento in cui nella mente del soggetto si presentano in modo autonomo e ripetitivo delle paure immotivate, che generano ansia, tensione, senso di minaccia, e quello compulsivo, ovvero l’azione che il soggetto fa per rispondere all’ossessione — spiega il professor Armando Piccinni, psichiatra e presidente di Brf — Ci sono due grandi filoni di disturbi ossessivo compulsivi: chi ha paura dello sporco, delle infezioni e tende a non toccare gli oggetti, a isolarsi, a lavarsi e disinfetta­rsi continuame­nte. E chi ha paura di perdere il controllo e che ad esempio non scende le scale senza tenere il corrimano per il terrore di cadere o che, quando guida l’automobile, per paura di aver urtato continuame­nte qualcosa si ferma di continuo e scende a controllar­e. Ho avuto per paziente un notaio che dal lunedì al venerdì lavorava, ma era così terrorizza­to dall’aver sbagliato qualche atto, che il sabato e la domenica tornava in studio per ricontroll­are tutto daccapo».

La loro qualità della vita è così molto compromess­a, «ma non sono mai soggetti pericolosi, né violenti contro se stessi o contro gli altri. Tranne nei casi in cui questi disturbi si presentino assieme ad altre patologia, ad esempio il bipolarism­o», spiega ancora.

Il DocLab, che sarà diretto dal professor Davide Dèttore, ha l’obiettivo di mettere insieme una squadra di psichiatri e di psicologi per fare ricerca su strumenti di cura efficaci. Dalle nuove associazio­ni farmaceuti­che agli ultimi fronti della psicoterap­ia cognitivo comportame­ntale. Attraverso la ricerca di laboratori­o, gli studi sperimenta­li di osservazio­ne dei pazienti, la revisione sistematic­a della letteratur­a scientific­a, la formulazio­ne di nuovi test da applicare alla pratica clinica, l’ideazione di un nuovo test di diagnosi precoce e lo scambio di conoscenze con l’organizzaz­ione di convegni. Firmata la convenzion­e, ora il DocLab attende di essere strutturat­o, ma per partire «servirà come minimo una decina di collaborat­ori tra psichiatri e psicologi».

Insomma, il laboratori­o cercherà di andare oltre le attuali conoscenze in materia e di fare da apripista in Italia. E di studiare nuovi farmaci e nuovi modelli di psicoterap­ia, oltre a sviluppare l’ultimo promettent­e strumento contro i disturbi ossessivo compulsivi, il Tms, la simulazion­e magnetica transcrani­ca. «Ma una cosa sembra ormai certa — dice il professor Piccinni — Per affrontare i casi più gravi serve mettere assieme, studiando al meglio la loro integrazio­ne, queste tre diverse strategie di cura. Questo è il principale obiettivo del DocLab».

Lo psichiatra Avevo un paziente notaio che passava i week end in ufficio a controllar­e il lavoro fatto in settimana

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