Nasce il primo centro in Italia per sconfiggere le ossessioni
Stretto l’accordo fra Università e Fondazione Brf. Ricerca su medicine e psicoterapie
Un laboratorio di ricerca, prima esperienza in Italia, per curare i disturbi ossessivo compulsivi. Il DocLab nascerà al dipartimento di Scienze della Salute dell’Università di Firenze, grazie a una convenzione stretta tra l’Ateneo e la Fondazione Brain Research Foundation (Brf). In termini di numeri, questo genere di disturbi è considerato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come la decima causa di disabilità al mondo, tra tutte le malattie. Ma di che cosa di tratta?
«Questi disturbi si compongono di due elementi, quello ossessivo, ovvero il momento in cui nella mente del soggetto si presentano in modo autonomo e ripetitivo delle paure immotivate, che generano ansia, tensione, senso di minaccia, e quello compulsivo, ovvero l’azione che il soggetto fa per rispondere all’ossessione — spiega il professor Armando Piccinni, psichiatra e presidente di Brf — Ci sono due grandi filoni di disturbi ossessivo compulsivi: chi ha paura dello sporco, delle infezioni e tende a non toccare gli oggetti, a isolarsi, a lavarsi e disinfettarsi continuamente. E chi ha paura di perdere il controllo e che ad esempio non scende le scale senza tenere il corrimano per il terrore di cadere o che, quando guida l’automobile, per paura di aver urtato continuamente qualcosa si ferma di continuo e scende a controllare. Ho avuto per paziente un notaio che dal lunedì al venerdì lavorava, ma era così terrorizzato dall’aver sbagliato qualche atto, che il sabato e la domenica tornava in studio per ricontrollare tutto daccapo».
La loro qualità della vita è così molto compromessa, «ma non sono mai soggetti pericolosi, né violenti contro se stessi o contro gli altri. Tranne nei casi in cui questi disturbi si presentino assieme ad altre patologia, ad esempio il bipolarismo», spiega ancora.
Il DocLab, che sarà diretto dal professor Davide Dèttore, ha l’obiettivo di mettere insieme una squadra di psichiatri e di psicologi per fare ricerca su strumenti di cura efficaci. Dalle nuove associazioni farmaceutiche agli ultimi fronti della psicoterapia cognitivo comportamentale. Attraverso la ricerca di laboratorio, gli studi sperimentali di osservazione dei pazienti, la revisione sistematica della letteratura scientifica, la formulazione di nuovi test da applicare alla pratica clinica, l’ideazione di un nuovo test di diagnosi precoce e lo scambio di conoscenze con l’organizzazione di convegni. Firmata la convenzione, ora il DocLab attende di essere strutturato, ma per partire «servirà come minimo una decina di collaboratori tra psichiatri e psicologi».
Insomma, il laboratorio cercherà di andare oltre le attuali conoscenze in materia e di fare da apripista in Italia. E di studiare nuovi farmaci e nuovi modelli di psicoterapia, oltre a sviluppare l’ultimo promettente strumento contro i disturbi ossessivo compulsivi, il Tms, la simulazione magnetica transcranica. «Ma una cosa sembra ormai certa — dice il professor Piccinni — Per affrontare i casi più gravi serve mettere assieme, studiando al meglio la loro integrazione, queste tre diverse strategie di cura. Questo è il principale obiettivo del DocLab».
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Lo psichiatra Avevo un paziente notaio che passava i week end in ufficio a controllare il lavoro fatto in settimana