Corriere Fiorentino

«Così ho convinto la mia comunità In 200 hanno risposto»

- C.D.

A don Marino non si può dire di no, ci è stato detto. E il primo a sostenerlo è stato Matteo Salamon, il gallerista milanese che è al centro di questa storia di arte e di fede. Quel signore che un anno e mezzo fa ha scovato, acquistato e fatto restaurare il Trittico Ringli con l’intento di rivenderlo, magari a Maastricht, e che invece ha ceduto alle entusiasti­che pressioni del parroco di San Pietro Apostolo ad Avenza (Carrara) convinto a riportare l’opera nella sua parrocchia visto che per questa chiesa era stata commission­ata e realizzata nel 1438.

È un fiume in piena don Marino Navalesi quando ci racconta la sue versione del Miracolo di San Pietro (il trittico al centro raffigura proprio l’apostolo per eccellenza): «Ho saputo dell’esistenza di quest’opera, il San Pietro in trono tra sant’Antonio abate e Maria Maddalena del Maestro di Sant’Ivo, qualche tempo fa — ci spiega — dallo storico del paese che mi ha raccontato tutta la sua storia compreso l’esito finale che lo vedeva nelle mani di Matteo Salamon. Così mi sono convinto che per la nostra comunità sarebbe stato importante riconquist­arne la proprietà. Dovevo capire però se potevamo permetterc­elo senza togliere un euro alla nostra attività di carità per i bisogni primari della comunità. Mi sono confrontat­o con il nostro vescovo, Giovanni Santucci e poi ho telefonato al Matteo Salamon. L’ho chiamato mentre lui si trovava a Maastricht, ho contrattat­o una possibile cifra di acquisto, abbiamo raggiunto un accordo per 160 mila euro e mi sono dato da fare». Per prima cosa durante la messa di Pasqua ha lanciato il suo appello ai fedeli chiedendo loro un sostegno economico. Poi ha invitato Salamon alla festa di San Marco, il 25 aprile, in paese «che — aggiunge — anche se non è il nostro patrono è quello che festeggiam­o in pompa magna». Infine ha aperto un conto corrente dedicato e ha inviato a casa dei suoi parrocchia­ni una lettera cercando sostengo per il suo progetto di arte di fede. Ma non due parole e uno slogan. Era la sua una lettera piena di dettagli sulla qualità artistica dell’opera e sulla sua storia e si concludeva con queste parole: «Sono profondame­nte certo che con l’aiuto di tutti e con un pizzico di orgoglio paesano, che gli avenzini ben conoscono, riusciremo velocement­e a realizzare questo sogno. Il poco di molto farà molto e il giusto degli altri farà il resto». La cifra è quasi stata raggiunta, sono arrivate circa 200 offerte. «Il primo dicembre — conclude don Marino — faremo una festa per accogliere la nostra opera. Con Messa, un convegno e la banda del paese». Siamo tutti invitati.

❞ A dicembre faremo una festa per accogliere l’opera. Con messa, convegno e banda

 ??  ?? Matteo Salamon accanto al «San Pietro in Trono tra Sant’Antonio Abate e Maria Maddalena», (1438) del Maestro di Sant’Ivo, allo stand di Palazzo Corsini
Matteo Salamon accanto al «San Pietro in Trono tra Sant’Antonio Abate e Maria Maddalena», (1438) del Maestro di Sant’Ivo, allo stand di Palazzo Corsini
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L’esterno della chiesa di San Pietro Apostolo ad Avenza
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Protagonis­ta Don Marino Navalesi, parroco della chiesa di San Pietro ad Avenza

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