Corriere Fiorentino

I DOLORI DEL PD GRILLIZZAT­O

- Di David Allegranti

«Attenzione a non grillizzar­ci. Sono anni che vogliamo costituzio­nalizzare chiunque e poi ci scopriamo subalterni a quelli che volevamo costituzio­nalizzare», ha detto l’ex presidente del Pd Matteo Orfini nei giorni scorsi. Da quando c’è il nuovo governo, infatti, è tutto un teorizzare che Pd e partito di Grillo debbano costruire una «casa comune», come dice Dario Franceschi­ni. Una tesi che sta prendendo corpo, come dimostra l’alleanza elettorale nata in Umbria e i tentativi di replicarla anche in Emilia Romagna e in Toscana. Il Pd intende inoculare un po’ di buon senso nei Cinque Stelle, romanizzan­do i barbari? Per ora s’intravede soprattutt­o il rischio che la democrazia diretta da Casaleggio contamini i Democratic­i con la demagogia che ha caratteriz­zato non i 14 mesi di governo Salvini-Di Maio ma gli ultimi dieci anni di vita politica dell’Italia, cioè da quando esiste il M5S. Un esempio. Il Pd ha sempre votato contro il taglio del numero dei parlamenta­ri proposto dai Cinque Stelle finché c’era il governo precedente, adesso che esiste una nuova maggioranz­a potrebbe votare a favore del taglio perché così stabilisco­no i nuovi patti. Sarebbe tuttavia ingeneroso dare tutte le responsabi­lità ai Cinque Stelle. Non l’hanno inventata i grillini la retorica delle «poltrone» da tagliare e spesso il centrosini­stra s’è accodato. «Basta un Sì per cancellare poltrone e stipendi. Si tagliano 315 stipendi», dicevano i manifesti ufficiali del Pd per il referendum costituzio­nale nel 2016. Una comunicazi­one populista che ha banalizzat­o il senso della riforma e probabilme­nte ha danneggiat­o il resto della campagna referendar­ia. Altro esempio. Il Pd ha accettato la piattaform­a Rousseau come strumento per decidere le alleanze, visto che non solo l’accordo sul governo nazionale ma anche quello sull’Umbria è passato dal voto online attraverso la Casaleggio Associati (il Pd non ha neanche discusso, si è limitato ad aprire alla nuova alleanza e stop). Per non farsi mancare nulla, Nicola Zingaretti ha lanciato la app del Pd per consentire ai militanti di partecipar­e a referendum online con lo slogan di «Tu vali tu». Per la felicità di Davide Casaleggio, non a caso: «Il fatto che oggi tutti seguano una strada che il Movimento 5 Stelle ha tracciato da tempo con la piattaform­a Rousseau è la conferma che la nostra visione di futuro è giusta. Una democrazia sempre più partecipat­a». E, nel caso del M5S, eterodiret­ta da Casaleggio.

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