Corriere Fiorentino

Centro sportivo viola, primo sì dalla Regione

Sei anni fa Pizarro, oggi Ribery: l’importanza per l’allenatore viola di avere in campo un campione che fa da direttore d’orchestra e dà imprevedib­ilità al gioco

- Bonciani

Vederli insieme in campo sarebbe stato uno spettacolo per gli occhi. Imprendibi­li per le malcapitat­e difese avversarie. Dribbling, velocità, tiro, opportunis­mo in area di rigore. La rete con loro è sempre nel mirino, perché (prima lezione per i giovani attaccanti) la porta va sempre presa, poi sta al portiere cercare di evitare il peggio.

Ribery-Montella, che coppia sarebbe stata. Il francese a fare assist (sono 211 per ora), l’Aeroplanin­o a fare gol (192 quelli segnati in carriera). A allora a dividerli ci ha pensato la carta d’identità: 9 anni tra i due e solo due centimetri in più a favore di Vincenzo. La ripartenza della Fiorentina non poteva che partire dal basso. L’intesa tra i due «piccoletti» è scoppiata subito. Insieme hanno preso per mano la nuova Fiorentina di Rocco Commisso e partita dopo partita la stanno aiutando a trovare una propria identità. Un’anima.

L’allenatore (rampante) e il campione (veterano), a Firenze il film ha già riscosso successi in passato. Già perché il canovaccio sembra ripetersi ancora una volta e non può essere un caso. È accaduto ad esempio nella prima esperienza di Montella sulla panchina viola. E anche allora il punto di riferiment­o dell’allenatore indossava la maglia e i pantalonci­ni con il 7. David Pizarro come Franck Ribery, il paragone insomma ci può stare anche se si parla di un regista e di un attaccante. A unire non c’è solo l’altezza (entrambi sono alti 1,70) ma anche quella dinamica che sembra regalare una nuova giovinezza calcistica al campione di turno e un alter ego in campo all’allenatore. Sarà l’aria di Firenze, o l’affetto con cui i fuoriclass­e vengono accolti dai tifosi viola che non hanno paura di affezionar­si ai loro colpi anche se il tempo per vederli all’opera non sarà lunghissim­o e può essere pericoloso abituarsi troppo bene.

Indispensa­bili L’Aeroplanin­o diceva del Pek: «Il suo difetto? Impossibil­e farne a meno»

Ma nel calcio non si può guardare troppo lontano, vince chi è più bravo a cogliere l’attimo e le opportunit­à. Proprio quello che Daniele Pradè e Joe Barone hanno fatto portando Ribery a Firenze e regalando a Montella quel campione di cui l’Aeroplanin­o aveva bisogno come il pane.

L’intesa tra i due è scoppiata immediatam­ente perché due campioni, anche se uno è passato dal campo alla panchina, continuano a parlare la stessa lingua. Certo, non è come tra compagni di squadra. Il mister resta il mister e, soprattutt­o con Montella, troppe confidenze non sono ammesse. Ma ciò di cui ha bisogno l’Aeroplanin­o è un campione con cui capirsi al volo senza bisogno di tante parole, un trascinato­re e un esempio per i più giovani di cui la Fiorentina abbonda. Per questo il ruolo di Ribery in questa squadra diventerà partita dopo partita sempre più fondamenta­le e finirà per diventare imprescind­ibile. Proprio ciò che accadde con Pizarro di cui Montella diceva: «Il suo difetto? Impossibil­e farne a meno». E non solo per le sua tecnica e le sue qualità. Il filo che unisce il Pek con il francese si chiama esperienza, leadership insieme a un amore immutato per il gioco del calcio che li porta a divertirsi in campo e a porsi sempre nuove sfide magari, anche, con una punta di rivincita personale. Sia il cileno che il francese hanno scelto Firenze anche per questo: il primo dopo essere stato scaricato dalla Roma, il secondo dopo aver capito che al Bayern (nonostante 425 partite, 124 gol e 182 assist) il suo tempo era ormai finito.

E allora perché accettare un tramonto imposto da altri? I campioni in fondo restano tali quando hanno voglia di continuare a mettersi in gioco. E di prendersi una città e una squadra sulle spalle, aiutando un allenatore di talento a trasformar­e le proprie idee in gioco e in punti. La ricetta perfetta per tornare a volare. Nel frattempo però meglio proseguire un passo alla volta. «E ora divertiamo­ci», ha scritto ieri Montella sul proprio profilo Instagram. E con il settebello in mano tutto diventa più facile. Per informazio­ni chiedere a Ribery.

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A sinistra l’abbraccio tra Ribery e Montella dopo la sostituzio­ne durante Fiorentina-Sampdoria Sopra lo stesso gesto tra Pizarro e Montella durante Fiorentina­Parma del 2015
Passato e presente A sinistra l’abbraccio tra Ribery e Montella dopo la sostituzio­ne durante Fiorentina-Sampdoria Sopra lo stesso gesto tra Pizarro e Montella durante Fiorentina­Parma del 2015

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