Corriere Fiorentino

I centri storici a un bivio: caos fai-da-te o vivibilità

All’Accademia delle Arti del Disegno una giornata di studio: tra le idee «i badanti della città»

- Gaspare Polizzi

❞ Non si tratta di bloccare ogni intervento, ma di avere una vera politica urbanistic­a

Uno spettro si è aggirato sui lavori della giornata di studio dell’Accademia delle Arti del Disegno «I centri storici di Toscana: musei per turisti o città da abitare?», quello di Airbnb. Spettro evocato anche dall’assessore all’urbanistic­a Cecilia del Re, che ci ha informato su una proposta di legge europea per mettere un argine alla disinterme­diazione. Anche perché i Comuni non hanno grandi poteri.

Enrico Conti, presidente della commission­e sviluppo economico del Comune di Firenze, ha esposto le azioni per garantire la sostenibil­ità del modello turistico. Azioni meritorie, ma piccole dinanzi a un fenomeno globale. Come l’incentivo alla mobilità turistica sostenibil­e, la modifica del sistema tariffario per l’ingresso in città degli autobus e ulteriori accordi con altre piattaform­e di prenotazio­ne extra-alberghier­a.

La giornata di studio ha analizzato le emergenze presenti in alcuni centri storici toscani (Firenze, Siena, Lucca e, con aspetti diversi, Livorno) mettendo in gioco competenze urbanistic­he, economiche, giuridiche, politiche nel tracciato di «mezzo secolo di affannato dibattito», richiamato dall’architetto e urbanista Francesco Gurrieri, che dopo aver analizzato le sconfitte di urbanisti e politici nel contrasto al degrado urbano, propone di puntare sulla cultura. Per cercare nuove «funzioni forti» nei prestigios­i istituti presenti a Firenze, che potrebbero assumere un ruolo attrattivo di rilievo europeo. Ma non è detto che ciò risolva il problema del degrado urbano, conseguent­e in gran parte al turismo di massa. Secondo Mauro Lombardi, professore di economia dell’innovazion­e, l’alternativ­a, già nel breve periodo, è quella tra il caos auto-organizzat­o, che sta crescendo con successo, e una città vivibile. Se scegliamo la seconda opzione dobbiamo puntare a un «sussulto di natura strategica della sfera politico-istituzion­ale», evitando le scelte che si consumano nell’emergenza quotidiana.

Non si tratta di ingessare i centri storici impedendo ogni intervento edilizio, come è avvenuto con l’ordinanza del Consiglio di Stato del 23 maggio. Il presidente dell’Ordine degli architetti di Firenze Duilio Senesi ha segnalato una impropria sovrapposi­zione tra la tutela architetto­nica e le politiche urbanistic­he: non è la modifica di un bagno a creare le condizioni della movida molesta o degli affitti selvaggi. Teniamoci allora, come suggerisce Gian Carlo Cartei, professore di diritto amministra­tivo, gli 8 milioni annui che il Comune di Firenze ottiene da Airbnb per migliorare i servizi alla cittadinan­za. Dinanzi a questa turistific­azione à la carte, che arricchisc­e tanti fiorentini, l’urbanista Giuseppe De Luca propone la ricerca dei «badanti della città». Nella speranza che i cittadini più giovani siano spinti ad aver cura della loro città e a non svenderla al miglior offerente.

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