Corriere Fiorentino

Sesto, uccise i vicini perché infastidit­o Il giudice: ergastolo

Sesto Fiorentino, condannato Fabrizio Barna: per il giudice era capace di intendere

- di Valentina Marotta

«Ergastolo». Fabrizio Barna ascolta quella parola senza un sussulto. Non ha mancato un’udienza e ha chiesto di essere nell’aula 8 del Palazzo di giustizia anche per la lettura della sentenza. Fine pena: mai. Sono quasi le 10,30 quando il gup Federico Zampaoli pronuncia la condanna in abbreviato (rito che prevede la riduzione di un terzo della pena) per l’ex magazzinie­re, 54 anni, che uccise a colpi di pistola i suoi vicini di casa, Salvatore Andronico e il figlio Simone, la mattina del 21 ottobre 2018, nel quartiere di Quinto Alto, a Sesto Fiorentino.

Era infastidit­o dal rumore che i due provocavan­o con i lavori di ristruttur­azione di una casa colonica, secondo il giudice che ha accolto la ricostruzi­one della pm Christine von Borries. Barna dovrà risarcire con una provvision­ale di 300 mila euro la vedova e l’altro figlio di Salvatore, ingegnere di Trenitalia in pensione, che si sono costituiti parte civile con gli avvocati Ilaria Tozzi e Giacomo Muraca. «Non poteva andare avanti così. Non ci ho visto più e li ho ammazzati» confessò ai carabinier­i mentre lo arrestavan­o, poche ore dopo il duplice omicidio. Poi al gip raccontò degli screzi con i vicini per il rumore eccessivo e di presunte irregolari­tà nel restauro della casa colonica, iniziato nel gennaio 2018. Ricordò di aver avuto una discussion­e con i vicini, quel maledetto giorno, di essere ritornato in casa a prendere la pistola, ma non ha memoria di aver sparato. «Non avrei mai potuto fare una cosa del genere, se non per legittima difesa» ha ripetuto più volte al magistrato. Poi, non ha più parlato di quella maledetta domenica. Anche in aula, è rimasto sempre in silenzio.

Nel corso delle indagini, la perizia psichiatri­ca disposta dal gip con incidente probatorio, stabilì che Barna non era fuori di sé quando impugnò la pistola e freddò con una raffica di colpi padre e figlio. Pur essendo un tipo «strano», ha spiegato il perito Rolando Paterniti «con tratti di personalit­à paranoide e schizoide» espressa con atteggiame­nti sospettosi, l’ex magazzinie­re è capace di intendere e volere. Lui che, dopo 25 anni, aveva mollato il lavoro in un supermerca­to per ricomincia­re una nuova vita su un’isola del Mediterran­eo, in realtà non si mosse da Sesto dopo aver sperperato il denaro della liquidazio­ne, oltre 120 mila euro. E quando Simone Andronico, anche lui ingegnere un’azienda aerospazia­le, acquistò la colonica accanto alla sua abitazione iniziarono i guai. Barna cominciò a protestare per il rumore. Padre e figlio tentarono di comporre quella situazione, ma l’ex magazzinie­re li minacciò. Simone si rivolse allo sportello per la mediazione convenzion­ata. Ma Barna non rispose alla convocazio­ne del comune di Sesto. Poi la tragedia.

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L’intervento dei carabinier­i quasi un anno fa: il 23 ottobre del 2018 Barna uccise Salvatore Andronico e il figlio Simone

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