Corriere Fiorentino

Poste, ripartono i tagli. Anche in città

A Firenze chiudono viale Lavagnini e via Centostell­e, orari dimezzati in provincia

- Sarra

Poste, si cambia. E gli sportelli chiudono. Per il prossimo dicembre Poste Italiane ha previsto le chiusure di due uffici postali, in viale Lavagnini ed in via Cento Stelle. Ma non solo, perché — nella Città Metropolit­ana — saranno aboliti i turni pomeridian­i a quelle di Tavarnelle, Tavarnuzze, Reggello, Fiesole e Osmannoro.

«L’accordo nazionale — spiega il sindacalis­ta di Ugl, Renzo Nardi — prevedeva il taglio di 200 uffici postali in tutta Italia, nelle città sopra i 100.000 abitanti. La scorsa settimana, dopo lunghe trattative, abbiamo avuto la conferma dello smantellam­ento dei due uffici fiorentini in questione». Nessun licenziame­nto in vista: «Abbiamo lavorato affinché tutti i dipendenti coinvolti (si tratta di nove lavoratori) avessero un ricollocam­ento all’interno del Comune di Firenze». I disagi peggiori saranno però per gli utenti: a Campo di Marte — poiché nel caso di viale Lavagnini, l’alternativ­a è a un passo in piazza della Libertà — le soluzioni più vicine sono quelle di via Carnesecch­i e di via del Mezzetta, rispettiva­mente ad un chilometro e a quasi due chilometri di distanza.

Un problema: i frequentat­ori più assidui dell’ufficio postale di via Cento Stelle sono quasi tutti anziani. «Come chiude? — domanda sorpreso il pensionato Piero Fioravanti, residente in via Toti — Via Carnesecch­i ha pochi posti auto, sarà impossibil­e trovare un parcheggio». «Con i sistemi online — aggiunge la signora Tiziana Frassineti — qua si vedono soprattutt­o persone di una certa età. È tutta gente che abita qui vicino, che viene a piedi: ma non si può fare qualcosa, che ne so, una raccolta firme?». Sul gruppo Facebook «Noi di Campo di Marte», i residenti stanno proprio organizzan­do un’iniziativa simile, insieme anche al consiglier­e regionale di FdI Paolo Marcheschi.

In attesa delle pratiche per trasferire conti e libretti postali, però, resta l’amarezza dei dipendenti, che ad ottobre sapranno la loro destinazio­ne: «È un peccato. Avevamo una produttivi­tà altissima, con attese medie sotto i 6 minuti e 200 operazioni al giorno per ognuno dei tre sportelli: un dato superiore ad uffici come quello in via Magenta, aperto anche il pomeriggio. E dire che era riaperta la scuola Dino Compagni...». Il problema sembra però legato anche all’affitto e alla struttura: «Non abbiamo uno spazio consulenze ed il canone costa 2.000 euro». Abbastanza evidenteme­nte per chiudere un servizio.

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