Ma a Firenze in testa c’è lo striscione degli antagonisti
In principio erano Lara, Isabella, Emma, Gaia, Zoe. Erano loro le Greta fiorentine, quasi tutte liceali, quasi tutte sotto i 18 anni. Come striscioni usavano le lenzuola vecchie dei genitori, lo spray lo compravano in cartoleria. Furono loro, nel marzo scorso, ad organizzare in città il primo sciopero mondiale per il clima. Furono loro le protagoniste della prima conferenza stampa. C’erano loro in testa al corteo, coi loro cartelli e i loro striscioni. Poi qualcosa è cambiato. Lentamente, impercettibilmente. Il movimento del Fridays for future fiorentino, nell’arco di meno di un anno, si è ingrandito e trasformato al suo interno, partendo da quelle cinque liceali fiorentine fino a coinvolgere movimenti sempre più trasversali anche nei collettivi delle Università. «Avevamo bisogno di esperienza» è il commento unanime delle ragazze che hanno fondato il movimento. Alle assemblee del mercoledì, le persone sono più o meno sempre le stesse di un anno fa, ma è stato curioso notare come in testa alla marcia di ieri mattina, ci fossero persone riconducibili ai movimenti sociali antagonisti, al Cpa, ai Cobas. In via della Vigna, anche se col clima c’entra poco, si è marciato al ritmo di «Bella Ciao». «È una canzone che appartiene a chi lotta», hanno risposto le ragazze. Man mano che il corteo avanzava, si univano sempre più gruppi antagonisti, fino a piazza Signoria, quando sono comparsi gli anarchici con la loro bandiera, con alcuni di loro che hanno espressamente invitato i giornalisti a non scattare fotografie. «Gli abbiamo chiesto di togliere la bandiera — ha detto una ragazza del Fridays — ma loro non ci hanno voluto ascoltare». In certi momenti, stando alla testa del corteo, non sembrava neppure di essere ad una manifestazione sul clima. «È però ovvio — ha detto Marta, un’altra delle ragazze del Fridays for Future — che alla testa del corteo ci siano persone che hanno più esperienza di grandi manifestazioni, è naturale che la manifestazione più grande la prende sotto braccio chi la sa gestire meglio». Col rischio però, che qualcuno se ne possa appropriare rischiando di portarla fuori tema: «Non proprio — ha continuato Marta — i movimenti antagonisti e il Cpa, ad esempio, sono da sempre vicini ai temi ambientali».