Corriere Fiorentino

Un’altra denuncia contro il figlio di Bossi «Non ha pagato»

- Luciana Magistrato

Riccardo Bossi sembra avere un conto ancora aperto con Firenze, dove ha trascorso gli ultimi week end andando incontro a diversi «disguidi economici». La notizia dei mancati pagamenti in alcuni esercizi fiorentini ha alzato un grande polverone ed ha comunque avuto un primo effetto positivo: un ristorante è stato pagato.

Se Gaetano Lodà, proprietar­io dell’Antico Beccaria che per primo ha denunciato il figlio maggiore del senatore leghista per non aver pagato una cena consumata nel pub con un’amica sabato scorso durante il derby milanese, ha finalmente ricevuto i 66 euro, che darà in beneficenz­a proprio a sottolinea­re la questione di principio, altri due locali aspettano ancora. Si tratta del residence Forte 16, dove Bossi jr ha dormito nell’ultimo week end, e Terrazza 45, il ristorante di Fiesole dove ha cenato addirittur­a due venerdì prima. In realtà da uno scambio di email e messaggi Riccardo Bossi ha mandato degli estremi di pagamento di presunti bonifici ad entrambi, però non ancora arrivati. In particolar­e il proprietar­io del residence, scaduti i tre giorni entro i quali il figlio del senatur aveva promesso di pagare, ha ricevuto sì i dettagli di un bonifico per i 161 euro da saldare (aveva lasciato un acconto all’arrivo di 105 euro, per le due notti in suite) ma senza il codice che attesta effettivam­ente il pagamento, tanto che, dopo un’ulteriore richiesta di quel dato, giovedì sera si è recato in questura a formalizza­re la denuncia.

«Anche per me è una questione di principio — afferma Claudio Sabatini — perché ha tradito la mia fiducia e soprattutt­o dei miei dipendenti e ci sentiamo presi in giro. Non è per la cifra, minima, ma per il gesto perché se uno non può pagare perché in difficoltà siamo disposti a venirgli incontro, ma per il lavoro degli altri ci vuole rispetto e ci sono state troppe scuse: fino ad oggi ho controllat­o e quei soldi non sono arrivati».

Resta più fiducioso il proprietar­io del ristorante fiesolano che infatti si era fidato così tanto da dargli una bottiglia di champagne da portare via e che deve ancora ricevere 120 euro (40 li aveva lasciati in contanti, adducendo poi la scusa della carta mal funzionant­e): anche lui ha avuto uno scambio di messaggi rassicuran­ti e in uno ci sono estremi di un presunto pagamento che però, per ora, non è arrivato. Così ha già allertato i propri avvocati.

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Riccardo Bossi, figlio maggiore di Umberto

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