Vigili di quartiere decimati dai corsi (fino a gennaio)
Un terzo dei vigili di quartiere sono scomparsi dalle strade e finiti dietro ai banchi. Il motivo è un corso regionale di formazione, obbligatorio per legge, che impegnerà fino a gennaio i circa 80 nuovi assunti nel 2019 impegnati in questo servizio. Su un totale di circa 115 vigili di prossimità, settimane alterne, 40 non possono essere impegnati nei quartieri cittadini (i vigili di quartiere, formalmente, in centro non ci sono, anche se i 100 in organico fanno servizi simili). La notizia arriva dopo giorni di polemiche sui social. Sul gruppo Facebook «Segnalazioni Quartiere 1» l’ex coordinatore del progetto sui vigili di comunità, Marco Lensi, critica la nuova modalità di ricezione dei reclami della polizia di quartiere, tornata ad operare nell’ottobre del 2017: «Negli ultimi due anni, sia durante i presidii fissi che nel corso dei giri per le strade, consegnavamo ai cittadini o ai comitati dei biglietti da visita con contatti telefonici, mail e Whatsapp per creare un rapporto diretto» creando un canale specifico per tutte le segnalazioni dei cittadini — secondo Lensi almeno 30 mila biglietti da visita — con un’apposita centrale dedicata: «Avevo due agenti di giorno e due la sera che si occupavano esclusivamente di annotare i reclami, aprendo le schede di lavoro ed attivando gli interventi». Una corrispondenza smantellata però dopo l’addio del comandante Alessandro Casale, con il ritorno alla semplice chiamata verso il pronto intervento. Cosa non digerita da Lensi, da poco in pensione: «Per una segnalazione su un cartello rotto, la mia squadra segnalava a Sas e poi, nel giro di poche ore, inseriva sul programma Getico la presa in carico. In questo modo il cittadino, con un numero di ticket specifico, aveva l’immediata tracciabilità online dell’intervento. Adesso passano giorni, prima della registrazione». Non la pensa così l’assessore Stefano Giorgetti, responsabile della Municipale: «Nessuno ha eliminato il servizio. L’unica modifica apportata riguarda la gestione delle segnalazioni, che è stata riportata all’interno della centrale operativa. Così facendo è stato possibile aggiungere su strada ulteriore personale prima impegnato in ufficio. Abbiamo oltre 20 pattuglie al giorno». Il comitato «Ma noi quando si dorme?» dissente: «Alla base del successo dei vigili di quartiere, c’era la rapidità con cui i problemi venivano immessi nel sistema Getico: mai oltre l’ora. Da agosto, tutto si è fermato: scomparsi i vigili di quartiere, disattivati i numeri telefonici, addio tracciabilità». Ma per Giorgetti «la polizia di comunità continua a prendere tutti i reclami e ad inserirli in Getico». Ma con un terzo di agenti su strada in meno.