«Risorse a San Marco per aprire il pomeriggio»
Appello a Roma del soprintendente: «E il Comune tolga i motorini». La mostra per i 150 anni
«Noi non abbiamo mai dimenticato il museo di San Marco, anzi. Vogliamo mantenere l’aurea di questo luogo facendo però il possibile per aumentare offerta, servizi e gli orari di apertura, ma possiamo farlo solo se ce ne viene data la possibilità». Stefano Casciu, direttore del Polo Museale della Toscana, a cui il Museo di San Marco è tornato a far parte dopo la decisione del ministro della cultura Dario Franceschini di rimettere mano alla riforma del suo predecessore Alberto Bonisoli che lo aveva accorpato agli Uffizi, ha in mente progetti per valorizzare «questo luogo magico».
E parla in occasione della mostra «L’Annunciazione di Robert Campin. Un illustre ospite dal Museo del Prado per i 150 anni del Museo di San Marco» (da oggi fino al 6 gennaio). Lanciando un appello allo stesso Franceschini e alla città di Firenze: «Il Ministero deve rendersi conto che serve un appoggio a livello di finanziamenti e di personale: da anni pensiamo all’apertura al pomeriggio ma si può fare solo con il doppio dei dipendenti. Il Polo non può pagare dipendenti esterni perché non ha i fondi, se il Ministero ci viene incontro ne saremmo felici. Con più aperture potremmo raddoppiare visitatori ed incassi».
Un secondo appello Casciu lo rivolge al Comune perché tolga il parcheggio di motorini dall’ingresso del museo: «Se tutti si interessano a San Marco allora devono fare qualcosa per San Marco, anche a livello cittadino». Casciu aggiunge: «Bene che il Museo resti all’interno del Polo perché lavoriamo molto per questo posto». Così cita il riallestimento della Sala dell’Ospizio, commissionato a un architetto fiorentino e in attesa di risorse, e sottolinea le iniziative per i 150 anni del museo, con collaborazioni internazionali.
Il primo appuntamento è appunto la mostra con l’Annunciazione di Robert Campin, a cura di Marilena Tamassia: protagonista è l’opera del pittore fiammingo prestata dal Prado, in cambio delle opere dell’Angelico date da San Marco al museo madrileno per la mostra sull’Angelico appena conclusa curata da Carl Strehlke. L’opera è «in dialogo» col tabernacolo con «L’Annunciazione» e «Adorazione dei Magi» una delle primissime opere entrate a far parte del Museo 150 anni fa.
Le iniziative per il compleanno di San Marco proseguiranno con il ritorno di due capolavori dell’Angelico: il 5 ottobre il «Giudizio Universale» restaurato da Lucia Biondi grazie al Rotary Firenze Certosa presieduto da Saverio Lastrucci, il 15 ottobre la «Pala di San Marco», restauro eseguito dall’Opificio. A fine ottobre poi alcune celle ospiteranno un’inedita installazione di arte contemporanea.
❞ Casciu Da anni vorremmo evitare di chiudere alle 14 Il ministero capisca che per farlo servono soldi e il doppio del personale