Metti una sera a Milano...
Quella di domani a San Siro sarà la sfida tra due allenatori che amano il bel calcio Montella vuole confermare i progressi visti con la Samp, Giampaolo è obbligato a vincere
Più che una professione, per loro allenare è una vocazione. Un destino già scritto, da interpretare e trasformare in bellezza. Nella loro concezione non c’è risultato senza bel gioco. Non scelgono fra vittoria e divertimento, cercano di coniugarle. Fra Vincenzo Montella e Marco Giampaolo domani sera a San Siro sarà sfida totale. Ci sono cinque precedenti e due vittorie per parte più un pareggio e soprattutto incroci fra passato e futuro.
L’allenatore viola tornerà a Milano per la prima volta da ex, a caccia di un altro risultato positivo dopo aver interrotto il digiuno di vittorie contro la Sampdoria. La squadra che, fino a pochi mesi fa, era guidata proprio da Giampaolo. Da bambino Montella apprezzava Maradona e il Napoli, ma il suo cuore batteva per il Milan. Il sogno di sedere sulla panchina che fu di Sacchi e Capello l’ha realizzato per oltre un anno, vincendo la Supercoppa italiana contro la Juventus. A sceglierlo fu Silvio Berlusconi, allora proprietario del club, rimasto impressionato dalla sua prima Fiorentina. Non solo, è stato sempre il Cavaliere uno dei registi dell’ingaggio di Giampaolo al Milan. Prima lo ha rivendicato, poi ha fatto marcia indietro.
Nonostante i rossoneri siano reduci dalla bruciante sconfitta di Torino, la posizione dell’allenatore non è in bilico. La società ha ribadito la fiducia anche ieri, incoraggiata proprio dalla buona ora di gioco contro i granata. Domani sera sarà lui stesso a cercare con più convinzione di sempre un successo per rimanere alla guida della squadra. In passato, Giampaolo più di una volta, è stato vicino a guidare la Fiorentina. L’estate in cui arrivò Pioli venne contattato, ma non se la sentì di lasciare la Sampdoria.
Pur essendo molti diversi fra loro, i due allenatori hanno vari punti in comune. Innanzitutto Giampaolo è figlio di genitori emigrati in Svizzera per lavoro, mentre Montella da ragazzino è andato ad Empoli in cerca di fortuna. Li accomuna soprattutto il carattere, introverso ma forte. Mai farli arrabbiare, dicono. Nei momenti di riposo, Montella ama principalmente due distrazioni. La prima è l’arte, quando ha tempo libero visita mostre e musei. Magari con un cappello in testa e gli occhiali grandi, per non farsi riconoscere e gustarsi l’armonia delle opere. L’altra grande passione sono i viaggi, tra le mete preferite c’è l’Oriente. La scorsa estate, quando Rocco Commisso è sbarcato a Firenze, stava visitando il Bhutan. Giampaolo invece ha un amico inseparabile, il sigaro che anche Montella fuma ogni tanto. Tra un tiro e l’altro, l’allenatore del Milan così stacca la spina quando non è in campo e riesce a lasciare da una parte la tattica, la sua ossessione. Lui stesso ha raccontato che durante un pranzo o una cena, sia capitato di disegnare moduli sulle tovagliette muovendo i bicchieri come fossero pedine.
A proposito: un calice di vino rosso non se lo nega, tranne quando va in ritiro con la squadra. Altrettanto fa Montella, amante e assiduo frequentatore delle trattorie toscane. A tavolo e nel tempo libero si godono gli amici, pochi ma fidati. Ma ciò che fanno resta sempre riservato. Di apparire sui social Giampaolo non ne vuole sapere, non ha mai avuto un profilo ufficiale. Vincenzo ne ha da poco aperto uno, è un modo per vincere anche la sua timidezza. Pubblica pochi contenuti e segue solo la Fiorentina. Insomma, entrambi preferiscono la comunicazione faccia a faccia. C’è da scommetterci, se mai dovessero trovarsi a cena i momenti di silenzio sarebbero pochi.