LA LIBERTÀ DEI POCHI
Ad invocare la libertà di solito sono gli oppressi, o gli speculatori. E l’unico oppresso, a San Felice, è chi ancora non ha messo la propria casa in affitto su Airbnb e si ostina a voler vivere in Oltrarno. La vicenda della farmacia Pitti a cui la proprietà vuol far togliere il vincolo di tutela storica sbandierando la libertà d’impresa, l’ostacolo alla proprietà privata, riapre una questione antica, quella della giustizia sociale. Il termine evoca lotte per il pane e rivoluzioni, ma non è improprio neppure per la piccola battaglia che si combatte alla fine di via Romana. Quando all’inizio degli anni Novanta, dietro alle pressioni dell’Europa appena nata, si cominciò a discutere di liberalizzazioni, la tesi era che l’apertura al mercato di beni e servizi avrebbe fatto sì che l’interesse di molti — i cittadini, i consumatori — sopravanzasse il tornaconto di pochi, i monopolisti. Quel che succede nel centro di Firenze dimostra però che la direzione intrapresa è esattamente contraria. All’inizio furono le boutique, in via Tornabuoni e dintorni, a soppiantare librerie, caffè, alimentari. Poi è stata la volta delle pizze surgelate, del gelato gonfiato e dei panini tutti dall’identico sapore, tra piazza della Signoria e Ponte Vecchio. E addio mercerie, fruttivendoli, edicole, calzolai. Poi la melma della rendita senza qualità è risalita su per i palazzi dell’Oltrarno come di Santa Croce, svuotati dai residenti per affittarli ai turisti a cui viene fatto credere di poter vivere «come un fiorentino», quando intorno di fiorentini probabilmente non ne avranno neppure uno. Fiutato l’affare degli affitti brevi stile Airbnb, i possidenti fiorentini hanno trovato il modo di mettere a reddito il proprio patrimonio senza sforzo, gruppi internazionali hanno iniziato a fare incetta di case in centro (avete presente i bigliettini «compro appartamenti» nella posta?) e i nostri intraprendenti imprenditori non sono stati da meno, trasformando palazzi interi in residenze per turisti e farmacie storiche in hall. Eccoci tornati al caso di San Felice: il profitto di pochi che schiaccia l’interesse di molti. Il contrario delle liberalizzazioni, che se non si è in grado di recuperare nello spirito originario andrebbero archiviate in fretta. «Chiamo gli imprenditori alla battaglia anti rendita» disse Nardella il 25 febbraio 2018 al Corriere Fiorentino. Gli imprenditori devono aver avuto il telefono occupato. Il sindaco dovrebbe provare una seconda chiamata, magari alzando i toni. Una partita persa? Forse, ma è la sfida per la vita della città. Un caso nazionale. Altro che Olimpiadi.