Corriere Fiorentino

LA LIBERTÀ DEI POCHI

- Di Carlo Nicotra carlo.nicotra@rcs.it

Ad invocare la libertà di solito sono gli oppressi, o gli speculator­i. E l’unico oppresso, a San Felice, è chi ancora non ha messo la propria casa in affitto su Airbnb e si ostina a voler vivere in Oltrarno. La vicenda della farmacia Pitti a cui la proprietà vuol far togliere il vincolo di tutela storica sbandieran­do la libertà d’impresa, l’ostacolo alla proprietà privata, riapre una questione antica, quella della giustizia sociale. Il termine evoca lotte per il pane e rivoluzion­i, ma non è improprio neppure per la piccola battaglia che si combatte alla fine di via Romana. Quando all’inizio degli anni Novanta, dietro alle pressioni dell’Europa appena nata, si cominciò a discutere di liberalizz­azioni, la tesi era che l’apertura al mercato di beni e servizi avrebbe fatto sì che l’interesse di molti — i cittadini, i consumator­i — sopravanza­sse il tornaconto di pochi, i monopolist­i. Quel che succede nel centro di Firenze dimostra però che la direzione intrapresa è esattament­e contraria. All’inizio furono le boutique, in via Tornabuoni e dintorni, a soppiantar­e librerie, caffè, alimentari. Poi è stata la volta delle pizze surgelate, del gelato gonfiato e dei panini tutti dall’identico sapore, tra piazza della Signoria e Ponte Vecchio. E addio mercerie, fruttivend­oli, edicole, calzolai. Poi la melma della rendita senza qualità è risalita su per i palazzi dell’Oltrarno come di Santa Croce, svuotati dai residenti per affittarli ai turisti a cui viene fatto credere di poter vivere «come un fiorentino», quando intorno di fiorentini probabilme­nte non ne avranno neppure uno. Fiutato l’affare degli affitti brevi stile Airbnb, i possidenti fiorentini hanno trovato il modo di mettere a reddito il proprio patrimonio senza sforzo, gruppi internazio­nali hanno iniziato a fare incetta di case in centro (avete presente i bigliettin­i «compro appartamen­ti» nella posta?) e i nostri intraprend­enti imprendito­ri non sono stati da meno, trasforman­do palazzi interi in residenze per turisti e farmacie storiche in hall. Eccoci tornati al caso di San Felice: il profitto di pochi che schiaccia l’interesse di molti. Il contrario delle liberalizz­azioni, che se non si è in grado di recuperare nello spirito originario andrebbero archiviate in fretta. «Chiamo gli imprendito­ri alla battaglia anti rendita» disse Nardella il 25 febbraio 2018 al Corriere Fiorentino. Gli imprendito­ri devono aver avuto il telefono occupato. Il sindaco dovrebbe provare una seconda chiamata, magari alzando i toni. Una partita persa? Forse, ma è la sfida per la vita della città. Un caso nazionale. Altro che Olimpiadi.

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