Quelle «Vite» che emozionano (e una colonna sonora inedita)
Botticelli, Lippi, Masaccio: un altro Vasari a Palazzo di Fraternita
Risuonano la lirica pittura di Botticelli, l’arte e la libidine di Filippo Lippi, la consistenza delle ombre di Masaccio nella bianca stanza del Palazzo di Fraternita sede della Casa della Musica di Arezzo. Sguardi curiosi, ammaliati, sospesi fra forma, note ed eleganza. É il secondo dei tre appuntamenti organizzati dal Corriere Fiorentino per rivivere le Vite del Vasari riscritte da Enzo Fileno Carabba.
Il palcoscenico scelto è un omaggio alla Comunità di Santa Maria della Misericordia che dette rifugio e sostegno ad un ragazzo orfano e in miseria permettendogli di diventare l’artista che è passato alla storia. Il ciclo di incontri, dal titolo «Il Vasari riletto nella sua Arezzo», presentato dalla giornalista Chiara Dino e voluto dal Primo Rettore Pier Luigi Rossi e dal Magistrato della Fraternita dei Laici, è stata allestito con il patrocinio del Comune di Arezzo in collaborazione con CaMu (Casa della musica di Arezzo), Scuola di Musica di Fiesole, Fondazione Guido D’Arezzo e Prodigio Divino. «Tenevo molto a questa iniziativa — ha spiegato Lorenzo Cinatti, sovrintendente della scuola di Musica di Fiesole — come privato, come storico, come scuola di musica. Una giornata di gioia e cultura resa possibile dall’iniziativa di un importante giornale. In questa città e in questa casa, è nata la storia di un grande che ci ha reso tutti più vicini».
Pubblicati sul Corriere Fiorentino negli ultimi tre anni e presto in un volume edito da Bompiani, i testi di Enzo Fileno Carabba «ascoltano» la voce del Vasari e con rispetto narrano nuovi episodi che scaturiscono in modo plausibile da quelli esistenti.
Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori, intriso di enfasi letteraria e non privo di credulonerie, ci permette oggi di conoscere non solo le biografie ma anche aneddoti, avventure e curiosità degli artisti a cavallo fra Medioevo e Rinascimento. Così scopriamo un Botticelli sognante e goloso, la bellezza lo rese incauto. Cercava il mistero dello sguardo il guizzare delle linee su brezze leggere spirituali e seducenti. Filippo Lippi, che amava spassionatamente e sapeva farsi amare. Dipingeva affreschi impossibili da guardare senza commuoversi. E poi Masaccio che cercava la solidità delle figure perché conosceva la fragilità degli uomini; la realtà si muove misteriosamente sulla sua tela. E le opere, riscritte da Carabba, sono state interpretate dall’attore Giovanni Pruneti ma anche dalla musica vibrante e dal sapore antico del duo Meissa di Alda Dalle Lucche e Giulia Fidenti che lo hanno accompagnato con il saxofono. Sullo sfondo le immagini suggestive dell’artista Liza Schiavi, presente in sala. L’ultimo appuntamento sarà il 3 ottobre con Piero della Francesca, Luca Signorelli e Bartolomeo della Gatta.
Lorenzo Cinatti
«Una giornata di gioia e di cultura, qui è nata la storia di un grande che ci ha resi più vicini»