Nardella rispolvera il piano Rogers e lancia il sondaggio per un nuovo ponte
Il sindaco rispolvera il piano del grande architetto. E lancia un sondaggio
❞
Il parco lineare per ora è una bella suggestione Ma potrebbe vedere la luce entro cinque anni
Soluzioni temporanee, stagionali, quindi galleggianti, leggere e rimovibili in caso di piene. Oppure, strutture ancorate al fondale e fisse. Sono alcuni dei concetti del «parco lineare dell’Arno» dello studio londinese di architettura Rogers (progetto del 1983) e su cui, ieri pomeriggio, il sindaco Dario Nardella ha lanciato un sondaggio su Twitter e Facebook. «L’idea è quella di dare una nuova anima al fiume», afferma Nardella che rilanciato quella che definisce «una bella suggestione» (di questo progetto il sindaco ne aveva parlato anche al Forum organizzato dal Corriere Fiorentino lo scorso aprile). Ora, però pare seriamente intenzionato a realizzare quell’idea, ma attualizzandola: «Il Parco lineare dell’Arno potrebbe vedere la luce in cinque anni», continua il sindaco senza però poter specificare il costo: «Diversi milioni di euro, su questo ci confronteremo nelle prossime settimane», dice.
L’idea degli architetti, fatta propria dal Comune, è quella di trasformare l’Arno in una risorsa non solo ambientale, ma sociale, culturale, turistica e anche «trasportistica».
Il lavoro proposto, infatti, sarebbe direttamente collegato alla rete tramviaria. Non solo: sviluppandosi in tutta l’area comunale, dal centro alle periferie, risulterebbe «una grande opportunità per gli spostamenti sostenibili delle persone: immaginate una passeggiate lungo il corso d’acqua dalle Piagge al centro di Firenze. Oggi è impensabile ma un domani sarà assolutamente possibile», spiegano gli architetti dello studio Rogers. L’Arno, quindi, come nuovo modo per collegare le due sponde della città (tra passerelle, strutture o andando semplicemente a pavimentare le parti del fiume che già affiorano) e come «nuova piazza»: un luogo pubblico adatto per eventi culturali, per connettere il nord e il sud del capoluogo, e per delocalizzare i flussi turistici «offrendo ai visitatori percorso nuovi che decongestionerebbero alcuni luoghi del centro storico».