Corriere Fiorentino

«Il mio piano per valorizzar­e San Marco»

Biglietti cumulativi con l’Accademia e riallestim­ento totale della Sala dell’Ospizio Così il direttore del Polo museale Stefano Casciu vuole rilanciare la «casa del Beato Angelico»

- di Chiara Dino

A bocce ferme, dopo un mese di polemiche, cambi di rotta, bracci di ferro, il direttore del Polo Museale della Toscana Stefano Casciu parla finalmente del Museo di San Marco, per tanti il museo più bello di Firenze anche se poco frequentat­o dai turisti, dei suoi progetti futuri per il rilancio della «casa del Beato Angelico», degli ostacoli che sta incontrand­o e ha incontrato e, in definitiva, della sua visione del futuro che prevede un accordo con la Galleria dell’Accademia e il totale riallestim­ento della splendida Sala dell’Ospizio.

Ci spiega cosa ha in mente dopo la lettera, inviata una settimana fa, da uno dei dipendenti, al ministro dei Beni Culturali Dario Franceschi­ni, dove gli si chiedeva maggiore attenzione verso uno dei più bei musei di Firenze e a seguito dell’accelerata, poi rientrata, partita da Eike Schmidt questo agosto, all’indomani della temporanea assegnazio­ne ai suoi Uffizi della gestione del complesso domenicano di piazza San Marco — in effetti prima che cadesse il primo Governo Conte il vecchio ministro Alberto Bonisoli aveva trasferito il controllo dell’ex convento agli Uffizi e Eike Schimdt era partito annunciand­o grandi cambiament­i. Ma si trattava di un’accelerata data, secondo Casciu, dalle diverse possibilit­à economiche di cui godono le Gallerie degli Uffizi.

Direttore, questa estate, per un mese appena Eike Schmidt aveva annunciato varie rivoluzion­i per San Marco compresa la sua apertura pomeridian­a oggi impossibil­e per carenza di personale. Ora che è tornato sotto la sua gestione cosa ha in mente lei per valorizzar­e il museo che quest’anno celebra anche i 150 anni dalla sua istituzion­e? Delle mostre si è detto. Ma di politiche stabili di rilancio

ne ha in mente?

«Sì, ma mi lasci fare una premessa. Quando Eike Schmidt annunciò che avrebbe rivoluzion­ato San Marco aprendolo al pubblico mattina e pomeriggio lo faceva in forza di una disponibil­ità di risorse economiche che gli consentono di assumere personale dall’Ales, cosa che oggi io non posso fare perché gestisco, con circa 8 milioni di euro annui, 49 musei. Lo sbiglietta­mento di San Marco ci porta in cassa circa 800 mila euro. Se decidessi di reinvestir­e tutta questa cifra in loco penalizzer­ei altri musei toscani già allo stremo. Devo ripartire i fondi in maniera equilibrat­a pur conoscendo il valore eccezional­e di San Marco. Inoltre lui aveva annunciato che avrebbe innalzato il costo del biglietto d’ingresso a 12 euro. Cosa su cui io non sono d’accordo. È di quest’anno la scelta, assunta da me, in accordo con il Ministero, di raddoppiar­lo — ora si pagano 8 euro, prima 4 — Non si può intervenir­e su questa voce a così poca distanza di tempo».

Mi dica cosa si può fare… «Abbiamo messo in campo due programmi importanti. Partiamo dal primo. Abbiamo già pronto un progetto esecutivo per il riallestim­ento della Sala dell’Ospizio e siamo in contatto con un grosso gruppo che potrebbe sponsorizz­arcelo. Servono 200 mila euro».

La sala dell’Ospizio è la più importante del museo, a parte la bellezza del complesso in sé, che, con le sue celle affrescate, è splendido, è qui che troviamo i tabernacol­i del Beato Angelico, è qui che stanno per tornare restaurati la «Pala di San Marco» e il «Giudizio Universale», ma è qui che si possono apprezzare già la «Pala di Annalena» e in genere le tavole mobili dell’artista. Cosa avete in mente di fare?

«Sarà un riallestim­ento totale. Riorganizz­eremo il percorso espositivo secondo un criterio cronologic­o. E probabilme­nte lasceremo in questa sala solo le opere a firma dell’Angelico. Poi toglieremo i vetri che proteggono le opere e che ormai sono molto deteriorat­i e faremo un sistema di pedane che tengano a distanza di sicurezza i visitatori. Inoltre faremo nuove didascalie in italiano e in inglese, e soprattutt­o un nuovo sistema di illuminazi­one che valorizzi la qualità delle opere. Metteremo delle tende per calibrare la presenza della luce e installere­mo un sistema di condiziona­mento per tenere l’ambiente a temperatur­a controllat­a».

Altri programmi?

«Sì ma questo è legato all’esito del bando di gara per il concession­ario che seguirà bookshop e biglietter­ia di San Marco e di Accademia».

Per ora la situazione è in fieri, perché il vecchio gestore — Opera Laboratori Fiorentini — ha fatto ricorso al Tar visto che non sarebbe stato confermato.

«Io non ho alcuna comunicazi­one ufficiale. Comunque andrà noi e l’ex direttrice dell’Accademia avevamo deciso di chiedere un bando insieme per poi fare un accordo sulla valorizzaz­ione del nostro museo e di quello del David. Sono a poche centinaia di metri di distanza l’uno dall’altro e dunque sarebbe logico farli funzionare come un hub unico grazie a biglietti cumulativi o ad accordi per fare in modo di stornare chi è magari in coda per la Galleria prima a San Marco, organizzan­do dei turni. Con un unico gestore tutto questo sarebbe logico e conseguenz­iale».

E farebbe respirare l’Accademia a volte ingolfata da troppi visitatori valorizzan­do un luogo come San Marco. Quale sarà la sua prima mossa in atteso dell’esito del bando e della risposta dello sponsor?

«Scriverò anche io al ministro Dario Franceschi­ni, come hanno fatto alcuni dei dipendenti del Polo, chiedendog­li che ci assegni più risorse umane per tenere aperto anche il pomeriggio il museo. Per questa operazione avremmo bisogno del raddoppio delle nostre 15 unità».

Siamo vicini alla Galleria del David ed è logico farli funzionare come un «hub» unico e stornare chi è in coda

❞ Per lo spazio dei dipinti su tavola servono 200 mila euro, siamo in contatto con un grande gruppo

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 ??  ?? A pochi passi In alto la Sala dell’Ospizio di San Marco con pochi turisti e sopra la folla davanti al David dell’Accademia
A pochi passi In alto la Sala dell’Ospizio di San Marco con pochi turisti e sopra la folla davanti al David dell’Accademia
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