Corriere Fiorentino

No al processo show per il carabinier­e delle ragazze Usa

Il giudice ha respinto le richieste della difesa. Le due vittime non dovranno tornare in aula

- Mollica

Non sarà un processo show quello sullo stupro delle due studentess­e americane. Le udienze saranno a porte chiuse, le due ragazze non ritorneran­no in Italia per testimonia­re in aula e non ci sarà la consulenza della criminolog­a Roberta Bruzzone, nota soprattutt­o per le sue apparizion­i televisive.

La prima udienza del processo che vede imputato Pietro Costa, 34 anni, uno dei due carabinier­i accusati di aver violentato due studentess­e americane il 7 settembre 2017 (l’altro, Marco Camuffo, 48 anni, è stato già condannato un anno fa con rito abbreviato a 4 anni e 8 mesi) segna un punto a favore delle due ragazze. Il collegio presieduto da Marco Bouchard ha bocciato tutte le richieste della difesa dell’ex carabinier­e presente ieri all’udienza. I nuovi avvocati, Serena Gasperini e Daniele Fabrizi (che hanno sostituito l’avvocato Giorgio Carta) hanno incassato il no alla richiesta di un nuovo esame delle due ragazze dal momento — ha spiegato il giudice — che entrambe sono state sentite nel corso di un lunghissim­o incidente probatorio, durato oltre 12 ore, davanti al gip nel novembre 2017; no anche al processo aperto al pubblico e no alle riprese televisive; infine no alla richiesta di consulenza della criminolog­a Bruzzone che era stata incaricata di compiere un’analisi vittimolog­ica sulla parte offesa. Il giudice nell’ordinanza ha spiegato che consulenze di questo tipo non sono ammesse dal codice penale che esclude «valutazion­i sulla personalit­à della vittima». All’ammissione si era opposta sia la pm Ornella Galeotti, sia l’avvocato Gabriele Zanobini, difensore di una delle ragazze che si è costituita parte civile.

Costa e il collega già condannato sono stati destituiti dall’Arma nel maggio 2018 su proposta del comando generale dei carabinier­i. Così ieri il ministero della Difesa si è costituito parte civile nel processo. «C’è stata una clamorosa lesione dell’immagine dell’Arma» ha spiegato l’avvocato dello Stato Stefano Pizzorno. Tra i documenti presentati dal legale per motivare la costituzio­ne di parte civile anche alcuni articoli di testate straniere che dedicarono ampi servizi alla vicenda. Si è costituito parte civile anche il Comune di Firenze.

La notte tra il 6 e il 7 settembre 2017 i due carabinier­i in servizio al radiomobil­e si offrirono di accompagna­re con l’auto di servizio le due studentess­e ventenni dalla discoteca al piazzale Michelange­lo fino alla loro abitazione in Borgo Santi Apostoli. Sulle scale del palazzo sarebbe avvenuta la violenza sessuale. I carabinier­i hanno sempre raccontato di un rapporto consenzien­te ma le ragazze, hanno accertato le indagini, erano ubriache e quindi non in grado di esprimere alcun consenso. Le prossime udienze sono fissate 8 e 22 novembre e 20 dicembre.

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L’ex carabinier­e Pietro Costa ieri in tribunale

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