Romano nonno d’Italia «Vorrei che Jaffer mi vedesse»
Per 7 mesi portò a scuola un bimbo cieco della Consuma. Premiato a Roma dal ministro Bonetti
Era il suo grande giorno: «Nonno d’Italia» dell’anno, premiato a Palazzo Chigi da un ministro. Eppure, Romano Carletti, l’anziano della Consuma che per sette mesi ha portato a scuola un bimbo cieco che non poteva salire sullo scuolabus, ha continuato a pensare solo al suo Jaffer. E quando, all’appuntamento organizzato dalla Fondazione Senior Italia per la giornata dei nonni, gli hanno dato il microfono, non ha parlato di sé o di quel che ha fatto: «C’è una cosa che desidero più di ogni altra, è l’ultima cosa che chiedo a 84 anni — ha detto — desidero che questo bambino un giorno possa tornare a vedere. Vorrei trovarmelo davanti, che mi guardasse e mi abbracciasse. E vorrei bagnargli la faccina con le mie lacrime».
Romano Carletti ieri è stato premiato dal ministro per le Pari Opportunità e per la Famiglia, Elena Bonetti, in una cerimonia cui hanno partecipato anche la sindaca di Roma, Virginia Raggi, e il presidente di Senior Italia, Roberto Messina. «Per il suo pronto spirito di solidarietà — è la motivazione del premio — per la sua dedizione nell’aiutare il prossimo, per la sua tenacia senza età e per aver dimostrato, col suo esempio eccezionale di affettuoso altruismo, la sconfinata forza del grande cuore dei nonni».
La ministra? «Mi ha abbracciato e mi ha detto che ho fatto un gesto stupendo», racconta nonno Romano. Durante la cerimonia, oltre alla targa ufficiale è stato premiato con un’iniziativa inattesa: i ragazzi del collegio romano San Giuseppe de Merode, chiamati a Palazzo Chigi in rappresentanza dei nipoti, gli hanno donato una seconda targa fatta con le loro mani: «Hai commosso tutta Italia». Romano ha ringraziato, ma ancora una volta non ha perso tempo: «C’era anche il presidente dell’Unione Italiana Ciechi (Mario Barbuto, ndr) e gli ho parlato del bambino. Gli ho detto che le le targhe e i riconoscimenti sono belli, ma poi finisce tutto e il bambino resta con i suoi problemi, anche a scuola. Lui mi ha promesso che si interesserà, in modo che possa avere tutti gli strumenti che gli servono per studiare. E anche per imparare la musica».
Finita la cerimonia istituzionale, Carletti è andato in piazza di Spagna con nonno Libero (alias Lino Banfi) per un flash mob per la giornata dei nonni: «Ma ha cominciato a diluviare quasi subito», ride. Sta durando molto invece la sua avventura romana: conferenze stampa, inviti in tv: «M’hanno fregato, mi hanno fatto alzare alle 6», ride, ricordando che prima di cominciare ad alzarsi alle 7,30 per portare Jaffer a scuola era abituato a non alzarsi da letto prima delle 10. Oggi sarà ospite di Tv2000, il canale della Cei. Con una speranza: «Gli domanderò se mi fanno incontrare il Papa. Se succede, magari chiedo anche a lui di aiutare il bambino».
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L’appello
A 84 anni c’è una cosa che desidero più di altre: lui che mi guarda in faccia e mi abbraccia