Corriere Fiorentino

Aggression­e al party, condanne fino a 14 anni

In tre furono pestati a una festa all’università da tre fratelli. «Fu un tentato omicidio»

- Valentina Marotta

La sera del 14 marzo si celebrava la ricorrenza di San Patrizio, nella residenza Universita­ria a Novoli. Alla fine della festa, tre studenti marocchini furono brutalment­e aggrediti da tre connaziona­li. A sei mesi da quel feroce pestaggio, ieri è arrivata la sentenza per i tre ragazzi accusati di tentato omicidio, rapina e lesioni personali.

Il gup Agnese Di Girolamo ha condannato in abbreviato i fratelli Yassine e Ayoub Semmah a 14 anni di reclusione mentre Eloufa Kamal a otto anni, derubrican­do il reato di rapina in furto aggravato. I fratelli dovranno versare una provvision­ale complessiv­a di 40 mila euro in favore delle vittime, che si erano costituite parti civili con gli avvocati Massimilia­no Annetta e Roberta Rossi.

«Siamo soddisfatt­i per la sentenza, ma è solo il primo passo — annuncia l’avvocato Annetta — Le indagini hanno confermato che i fatti sono accaduti dentro i locali universita­ri e, soprattutt­o, che la festa era stata organizzat­a senza rispettare sostanzial­mente nessuna delle prescrizio­ni imposte dalla circolare Gabrielli e dalle disposizio­ni successive». Per questo, il legale citerà in giudizio l’Università di Firenze. «In questi mesi — prosegue — nessuno è stato vicino ai ragazzi ed anzi, per le conseguenz­e dell’aggression­e, uno di loro ha perso sia la borsa di studio che l’alloggio universita­rio».

Quella sera, oltre duecento studenti avevano partecipat­o all’evento organizzat­o dall’Unione degli Universita­ri, nella residenza Caponnetto. Intorno alle 2.30 la festa era finita ma molti ragazzi erano impegnati a ripulire la sala. Tre giovani, secondo la ricostruzi­one della pm Ester Nocera, si intrufolar­ono nella residenza: accerchiar­ono uno studente e gli rubarono il portafogli. Quando la vittima chiese la restituzio­ne del denaro, fu colpito con un coccio di bottiglia. Un amico intervenne ma fu bloccato, sfregiato al volto e accoltella­to all’addome. «Ho visto il mio amico circondato da alcuni ragazzi e ho tentato di farli ragionare. Tutto inutile: ci hanno assalito con pugni e bottiglie — raccontò poi una delle vittime — Sono fuggito, mi hanno inseguito e colpito con un coltello e un coccio di vetro».

Secondo la procura, gli aggressori avrebbero inseguito fino in ospedale i feriti. E lì avrebbero assalito e rapinato anche gli amici delle vittime. Ma il giudice Di Girolamo ha assolto i due fratelli da questa ultima accusa perché il fatto non sussiste.

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