Superbatterio negli ospedali: sette ammalati in sette giorni
Non accenna a fermarsi il focolaio del superbatterio New Delhi in Toscana, con 7 nuovi ammalati registrati nell’ultima settimana, anche se senza nessuna nuova morte sospetta. Da novembre 2018, ovvero da quando il caso toscano è scoppiato, sono 109 i pazienti cui il New Delhi è stato trovato nel sangue e, quindi, hanno sviluppato la setticemia. Ma, da indiscrezioni, sarebbero oltre mille i contagiati che non si sono ammalati, ovvero i portatori sani. Si abbassa, in base all’ultimo aggiornamento dei dati fatto dall’Agenzia regionale di Sanità, la percentuale di mortalità correlabile, dal 41 al 35 per cento in quindici giorni, proprio alla luce del fatto che gli ultimi dati non hanno fatto emergere nuovi decessi. Ma a preoccupare gli esperti, oltre al fatto che il New Delhi risulta resistente anche agli antibiotici di secondo livello, è che dei 109 ammalati in 11 mesi (39 settimane), ben 30 casi siano emersi solo nelle ultime 4 settimane (quasi il 28 per cento del totale). In Regione, l’allerta per il focolaio New Delhi è scattata a marzo, due mesi dopo è stata istituita una task force che ha preso i primi provvedimenti per contenere il superbatterio, la scorsa estate quelle disposizioni sono state rafforzate e allargate a tutta la Toscana, non solo più all’area Nord Ovest in cui tutto era partito. Ma gli esperti sanno che queste contromisure, sempre che risultino efficaci, non producono in genere effetti nel breve periodo: hanno, insomma, bisogno di tempo per dare risultati.