«L’hospice non chiuderà più»
L’assessore Saccardi: mi impegno a cercare il personale, e ne faremo un altro a Siena
Dopo il caso denunciato al Corriere Fiorentino da Priscilla Taddei sulla morte di sua madre in casa perché l’hospice delle Oblate era chiuso, l’assessore regionale Stefania Saccardi annuncia: «Voglio evitare altre chiusure estive, sono impegnata a cercare il personale». Mentre le associazioni di volontariato sono favorevoli al «118 per sostenere i malati terminali e le loro famiglia», come proposto dal presidente dell’Att, Giuseppe Spinelli.
«Sono impegnata a trovare le forze, in termini di personale, e in collaborazione con le associazioni del settore, per garantire che dalla prossima estate tutti e tre gli hospice di Firenze restino sempre aperti. E non solo a Firenze, visto che anzi ne stiamo anche aprendo di nuovi, come a Siena». Quella dell’assessore regionale alla Salute, Stefania Saccardi, non è una promessa, ma comunque una presa di responsabilità.
Dopo il caso, denunciato attraverso le pagine del Corriere Fiorentino, della signora Priscilla Taddei che lo scorso giugno – con l’hospice delle Oblate chiuso – non era riuscita a trovare un posto letto per la madre morente, la Regione si muove per garantire la continuità dell’assistenza nell’arco di tutto l’anno. Saccardi, che ha fatto l’annuncio a margine dell’inaugurazione della nuova anatomia patologica di Careggi, ribadisce un passaggio, ripetendolo: «In collaborazione con le associazioni del settore». Già oggi, l’attività degli hospice è garantita dalla Fondazione Italiana di Leniterapia (File) che fornisce ai 4 centri di Firenze e Prato 13 medici, oltre a tutti gli psicologi e i fisioterapisti. Mentre l’assistenza domiciliare dei malati di tumore, a Firenze, viene assicurata da File, dall’Associazione Tumori Toscana (Att), da Pallium e dalla Fondazione Ant Italia.
L’assistenza domiciliare resta il cardine del sistema, perché la casa è considerata il luogo migliore in cui il malato terminale può trascorrere gli ultimi momenti di vita, con l’intervento, in base alle necessità, di medici e operatori, ma anche con una formazione rivolto ai famigliari sull’uso delle cure palliative. Ma per le situazioni di difficoltà materiale o emotiva, come nel caso di Priscilla Taddei, da sola ad accudire la madre, gli hospice diventano l’unico paracadute. Ma c’è una seconda sfida: la rete delle palliative legate agli hospice — e quindi i dipendenti di Asl e di File — per ragioni di forze e di regole aziendali non possono intervenire a domicilio di notte o nei fine settimana; e le altre associazioni non possono subentrare quando una diversa è già stata attivata. Così il professor Giuseppe Spinelli, presidente di Att, ha lanciato ieri una proposta attraverso il Corriere Fiorentino: «Facciamo tutti un passo indietro rispetto ai nostri orticelli. Mettiamoci davanti a un tavolo e troviamo il modo di creare un coordinamento che permetta di andare in soccorso di chi ha bisogno. Penso a un 118 dei malati terminali, con dei codici di priorità d’intervento e una commissione che in modo tempestivo e costante valuti i bisogni clinici dei pazienti, ma anche la situazione famigliare, e che utilizzi le risorse di tutte le associazioni per coordinare le forze».
Da Valeria Cavallini, oncologa di Pallium, arriva un primo sì: «Prontissimi a mettersi attorno a un tavolo». Mentre Donatella Carmi, presidente di File, dice: «È una proposta interessante su cui sono pronta a confrontarmi, ma è chiaro che per portarla avanti si dovrebbero uniformare i nostri protocolli». Simone Martini, coordinatore fiorentino di Ant, va oltre: «Sono d’accordissimo con Spinelli. Qualche anno fa avevo fatto una proposta simile a Saccardi, ci riunimmo con una ventina di associazioni a livello regionale, ma dopo il secondo appuntamento si fermò tutto. E non so perché».
L’assessore raccoglie la nuova sfida: «Si può lavorare su un coordinamento di tutte le forze che consenta sinergia ed eviti spreco di risorse – dice Saccardi – Ci lavoreremo».
La proposta di Spinelli (Att) Martini (Ant): un 118 per malati terminali? Anni fa ci lavorammo, poi tutto si fermò senza un perché Carmi (File): pronti al confronto