PRIMARIE E TRASPARENZA
Giuseppe Conte e Matteo Renzi sembrano già ai ferri corti. Non era difficile prevederlo. L’ex Rottamatore ha dato via libera al governo giallorosso quando ancora era nel Partito democratico e adesso che si è fatto il suo partito ha bisogno di marcare una sua identità che prescinda dalla maggioranza di governo. Ma per Renzi il Conte 2 è un po’ anche una prigione, perché se il governo cade si va alle elezioni e Italia Viva non è affatto pronta ad affrontarle. Per cui Renzi si muove su un filo sottile. E le tensioni sono destinate a crescere a mano a mano che ci avvicineremo alle Amministrative e al voto regionale (il 27 ottobre l'Umbria, poi la Calabria, l’EmiliaRomagna fino alla Toscana nella prossima primavera). Anche se Renzi formalmente si è tirato fuori dalla partita locale. Perché pesa l’incertezza su ciò che faranno consiglieri regionali e comunali in odor di renzismo una volta eletti sotto le insegne dei Democratici.
In Toscana da settimane il Pd discute se fare o no le primarie. I contrari sono gli avversari di Eugenio Giani, che vuole fare il governatore dopo Enrico Rossi. Il presidente del Consiglio regionale ha tutto il diritto a candidarsi, dopo aver battuto il territorio di tutti i Comuni della Toscana, e non una volta soltanto. Ma Giani è un renziano della prima ora e lo stop di Renzi alla scissione dei suoi sindaci e dei suoi consiglieri assomiglia pericolosamente a una miccia a lenta combustione. Allora si pone una questione: nel voto delle primarie, che i vertici dei Democratici cercheranno in tutti i modi di evitare, un elettore del Pd (o in genere del centrosinistra) dovrebbe avere il diritto di scegliere fra candidati identificabili con un partito o con un altro, senza pensare a un imminente cambio di casacca. Non si tratta di applicare in Toscana quel vincolo di mandato che piace tanto ai Cinque Stelle pur non essendo previsto dalla Costituzione. Ma un conto è la legittima possibilità di cambiare idea per una improvvisa svolta politica, un conto è voler cambiare casa, rinviando però il passo a un momento ritenuto politicamente più conveniente. In soldoni: se Giani intende presentarsi come uomo del Partito democratico dovrebbe impegnarsi pubblicamente a restare tale per tutta la durata della legislatura. Diversamente, chieda di partecipare alle primarie come candidato di Italia Viva. Così una democrazia trasparente vorrebbe.