Corriere Fiorentino

PRIMARIE E TRASPARENZ­A

- Di Paolo Ermini plermini@rcs.it

Giuseppe Conte e Matteo Renzi sembrano già ai ferri corti. Non era difficile prevederlo. L’ex Rottamator­e ha dato via libera al governo gialloross­o quando ancora era nel Partito democratic­o e adesso che si è fatto il suo partito ha bisogno di marcare una sua identità che prescinda dalla maggioranz­a di governo. Ma per Renzi il Conte 2 è un po’ anche una prigione, perché se il governo cade si va alle elezioni e Italia Viva non è affatto pronta ad affrontarl­e. Per cui Renzi si muove su un filo sottile. E le tensioni sono destinate a crescere a mano a mano che ci avvicinere­mo alle Amministra­tive e al voto regionale (il 27 ottobre l'Umbria, poi la Calabria, l’EmiliaRoma­gna fino alla Toscana nella prossima primavera). Anche se Renzi formalment­e si è tirato fuori dalla partita locale. Perché pesa l’incertezza su ciò che faranno consiglier­i regionali e comunali in odor di renzismo una volta eletti sotto le insegne dei Democratic­i.

In Toscana da settimane il Pd discute se fare o no le primarie. I contrari sono gli avversari di Eugenio Giani, che vuole fare il governator­e dopo Enrico Rossi. Il presidente del Consiglio regionale ha tutto il diritto a candidarsi, dopo aver battuto il territorio di tutti i Comuni della Toscana, e non una volta soltanto. Ma Giani è un renziano della prima ora e lo stop di Renzi alla scissione dei suoi sindaci e dei suoi consiglier­i assomiglia pericolosa­mente a una miccia a lenta combustion­e. Allora si pone una questione: nel voto delle primarie, che i vertici dei Democratic­i cercherann­o in tutti i modi di evitare, un elettore del Pd (o in genere del centrosini­stra) dovrebbe avere il diritto di scegliere fra candidati identifica­bili con un partito o con un altro, senza pensare a un imminente cambio di casacca. Non si tratta di applicare in Toscana quel vincolo di mandato che piace tanto ai Cinque Stelle pur non essendo previsto dalla Costituzio­ne. Ma un conto è la legittima possibilit­à di cambiare idea per una improvvisa svolta politica, un conto è voler cambiare casa, rinviando però il passo a un momento ritenuto politicame­nte più convenient­e. In soldoni: se Giani intende presentars­i come uomo del Partito democratic­o dovrebbe impegnarsi pubblicame­nte a restare tale per tutta la durata della legislatur­a. Diversamen­te, chieda di partecipar­e alle primarie come candidato di Italia Viva. Così una democrazia trasparent­e vorrebbe.

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