Corriere Fiorentino

«Hanno aiutato il mio Gianluca, farò la volontaria per ricambiare»

Cristina a lezione da File: ho perso Gianluca ma ho scoperto tanta umanità

- G.G.

«Hanno aiutato me e mio marito,ora tocca a me: divento volontaria». Così Cristina spiega perché sta andando a lezione da File.

❞ Quando sei sola diventa importante avere qualcuno accanto anche se non hai voglia di parlare È stato bello scoprire che nel mondo della sanità non sempre sei un numero

«Quando mio marito era malato, i volontari di File sono stati molto importanti. Così ho capito che se un giorno potrò fare per altri quel che loro hanno fatto per me, avrò fatto qualcosa di importante». Cristina Delli Guanti, 63 anni, fiorentina, è un’impiegata in pensione che giovedì pomeriggio, assieme ad altre cento persone, è andata all’auditorium dell’Ente Cassa di Risparmio per seguire la prima lezione del corso di formazione per volontari negli hospice e per le cure domiciliar­i promosso dalla Fondazione Italiana di Leniterapi­a. Lì, Mariella Orsi ha tenuto la prima delle nove lezioni teoriche, poi Cristina inizierà la formazione sul campo accanto a volontari già esperti.

Il loro compito non è quello di curare, medicare, fare iniezioni, ma di dare conforto, dialogo, appoggio morale al paziente che soffre e ai suoi famigliari. «Queste lezioni servono a capire che lavoro dovremo fare, ma serviranno anche per farci rendere conto se fa per noi, se vogliamo andare davvero avanti», dice Cristina. Ma lei di determinaz­ione sembra averne tanta, tantissima.

Tre anni fa, era il gennaio 2016, era da poco in pensione, «cominciavo a fare progetti su cosa avrei potuto fare, pensavo che mi sarei potuta godere un momento bellissimo, poi dalla sera alla mattina tutto cambia». Il marito, Gianluca, 65 anni, di cui 42 a fianco di Cristina, riceve una diagnosi senza scampo: cancro all’ultimo stadio, incurabile. «Dopo il ricovero in ospedale, passammo due tre mesi di vita abbastanza normale, poi le sue condizioni peggioraro­no. Fu il mio medico di famiglia ad attivare l’assistenza domiciliar­e, io non avevo mai sentito neppure parlare di File». Cristina e Gianluca ricevono le visite di medici, infermieri, oss, fisioterap­isti, e «quando c’era un’emergenza, anche di notte, mi davano consigli per telefono e la mattina dopo arrivavano a casa». Poco a poco le condizioni del marito peggiorano e Cristina è sola ad accudirlo. Così, il 4 agosto arriva il ricovero nell’hospice di San Felice a Ema, dove Gianluca resta fino al 27, quando si spegne: «È stato un momento molto difficile, ma ho un ricordo eccezional­e di medici, operatori e volontari — racconta — A cosa serve un volontario? Quando sei sola, diventa importante anche condivider­e un caffè. Quando ne hai voglia, si instaura un dialogo, quando non ce la fai è comunque importante avere una presenza accanto: stare in silenzio in due, non è come stare in silenzio da soli. La loro vicinanza è stata costante. Ed è stato bello scoprire che nel mondo della sanità, dove spesso siamo numeri, dove una diagnosi terribile ti viene data senza umanità, ci sono luoghi in cui le persone sanno mettersi nei panni degli altri». «È grazie a quei 23 giorni che ho deciso di frequentar­e questo corso. Spero che un giorno potrò essere di aiuto come loro lo sono stati per me. Certo, sensibilit­à, dolcezza, comprensio­ne, empatia non sono cose che si imparano in 9 lezioni, ma se hai vissuto quel che ho passato io sulla mia pelle, è più facile capire come ci si comporta di fronte a chi soffre — spiega Cristina — Dalle esperienze di sofferenza, quando trovi una mano tesa ad aiutarti, capisci quanto sia importante fare volontaria­to, non voltarsi dall’altra parte. Aiutare non ha nulla di eccezional­e, ma è eccezional­e trovare un aiuto».

Cristina, venerdì, è anche andata dal suo medico di famiglia a consegnare le Dat, le Disposizio­ni anticipate di trattament­o: «La malattia di Gianluca mi ha insegnato anche questo: quando non c’è più speranza di guarire, l’accaniment­o è inutile. Non serve a niente vivere un mese in più e viverlo male. Come lui, vorrei per me una fine dignitosa». Del resto, il rapporto di Cristina con File era proseguito anche dopo la morte di Gianluca, tanto che ha nominato lo psicologo Iacopo Lanini, che si è occupato di lei, come uno dei due fiduciari dell’applicazio­ne delle sue Dat.

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