Borgo San Frediano perde il «chiccaio»
Dopo 60 anni e una vendita chiuso il negozio in San Frediano. L’altolà di Palazzo Vecchio
È la resa del Dolce Emporio. Dopo quasi sessant’anni di attività. «Riapriremo con qualche cambiamento, ma non so dire quando», afferma Filippo, il nuovo titolare, che, nel febbraio scorso, ha acquistato la licenza da Alfredo Cozzi, un istituzione in San Frediano, tanto da ricoprire per molti anni la carica di presidente del centro commerciale naturale del rione.
Era stato un parente di Cozzi, nel 1961, ad aprire quell’attività che tutti chiamavano i’ chiccaio e che per mezzo secolo è riuscita a sopravvivere vendendo tutto ciò che contenesse zucchero, come caramelle, bonbon, confetti, paste artigianali, panettoni, liquori e conserve. Sia in Italia che all’estero, grazie un servizio di consegne a domicilio. Ora, però, il timore è che sugli scaffali del Dolce Emporio, al posto di quei prodotti dolciari che hanno reso unico questo esercizio commerciale, possano comparire prosciutti, formaggi e salami.
Perché è la stessa proprietà a farlo intendere: «Con vini e dolci non si riesce ad andare avanti, questa attività sarà anche un alimentari», il ché significa: panini e schiacciate ripiene. E forse anche qualche primo espresso. Insomma, «questa è l’ennesima dimostrazione di come il turismo stia cancellando la memoria storica di questa città, oramai trasformata in una mangiatoia peraltro di bassa qualità», il ragionamento del trippaio di San Frediano. Il Dolce Emporio aveva chiuso per ferie a luglio («Almeno così c’era scritto su un cartello affisso al bandone — dicono in piazza dei Nerli — Ma da quasi tre mesi non si vede più nessuno»), poi ieri, ecco lo sfogo amaro di Alfredo Cozzi, che mai avrebbe immaginato di dover scrivere l’epitaffio per quel negozio che «ho curato come fosse una figlia». «Voglio ricordarlo e ricordarmi così! — il post su Facebook — con tanto di foto pubblicato sul social network, condiviso e commentato da centinaia di fiorentini - Una grande ferita nel cuore la tua chiusura, anche se non dovuta a me. Una delle tante che mi porterò dietro da questo meraviglioso ed unico quartiere di Firenze. W San Frediano!!».
Ai titolari del Dolce Emporio, però, arriva l’altolà di Palazzo Vecchio e dell’assessore allo sviluppo economico Federico Gianassi, che ha chiesto ai suoi uffici un approfondimento: «Il Dolce Emporio è un esercizio storico, iscritto nell’apposito elenco, ed è in categoria A — dice l’assessore di Palazzo Vecchio — Questo significa che è un’eccellenza storica e che quindi ha il vincolo di rimanere dov’è, in Oltrarno, e di vendere solo vini, liquori, dolciumi e prodotti funzionali alla residenza. Non permetteremo che venga trasformato in altro».
L’ex proprietario «Ti ho curato come una figlia, una grande ferita al cuore quello che sta succedendo»