«Basta tagli di alberi, lo smog sale»
Ma il Pd replica a Italia Nostra: «Smettano di mettere in difficoltà la città»
La battaglia contro gli abbattimenti degli alberi a Firenze riparte. A dare nuovo ossigeno alla protesta è il documento che Italia Nostra, e il comitato Lungarno del Tempio e Tutela degli Alberi, hanno portato all’attenzione della commissione ambiente del Comune, con dati, rilevazioni e studi scientifici. Chiedendo meno tagli e più manutenzione delle piante, con il ritorno dei giardinieri comunali.
«Ci contrapponiamo allo slogan di questa amministrazione: ‘abbattere per rinnovare’ — afferma Mario Bencivenni, docente universitario e storico dei giardini — E rilanciamo con un’altra proposta: conservare, curare, mantenere, incrementare. E si può fare solo ricostituendo il servizio giardini, con giardinieri comunali professionisti, e non dando in appalto il servizio. È vero che sono stati ripiantati 14 mila alberi a fronte di 7 mila tagli ma con quelli persi si riuscivano a smaltire mille tonnellate di CO2, con i nuovi impianti se ne riescono a smaltire solo 40 tonnellate e così c’è più smog nell’aria». Perché oggi al posto dei tigli, pini domestici, platani, bagolari, ippocastani e piante ad alto fusto, «che se curati possono vivere 100 anni, ci ritroviamo una città piena di peri cinesi che non hanno bisogno di manutenzione, che non servono a trattenere il particolato». Italia Nostra si dice molto preoccupata dalla politica del Comune, e lo fa pubblicando l’elenco, lunghissimo, delle strade in cui sono stati abbattuti gli alberi e di quelle in cui è previsto l’intervento (viale dei Mille, viale Giannotti, pioppeta del Galluzzo e Villa Strozzi) e dei futuri 561 tagli: «L’elaborazione sottoposta alla commissione ambiente non nasce da una questione emotiva — conclude Bencivenni — ma da studi e ricerche». Pronta la replica del capogruppo Pd in Consiglio, Nicola Armentano, e il presidente della commissione ambiente, Leonardo Calistri: «Non permetteremo più che Italia Nostra metta in difficoltà la città come ha fatto con l’urbanistica. Abbiamo ascoltato i suoi rappresentanti ma non accettiamo diktat».