Corriere Fiorentino

INEDITO CORTEZ LA SFIDA DEL MAGGIO

Il 12 ottobre si apre la stagione lirica con l’opera-kolossal di Spontini, simbolo dell’Impero napoleonic­o. Sarà proposta nella versione originale del 1809 mai eseguita in Italia. La regista Cecilia Ligorio: ma il condottier­o non fu un eroe

- Francesco Ermini Polacci

Tradizione vuole che sia stato Napoleone in persona a richiedere a Gaspare Spontini, musicista al servizio dell’impero, la composizio­ne di un’opera grandiosa, ispirata alle gesta del conquistad­or Fernando (Heran) Cortez in Messico. Il parallelis­mo era evidente, e dagl’intenti propagandi­stici: Napoleone stava per inviare le sue truppe in Spagna per debellare l’insurrezio­ne contro il dominio francese, e Cortez, che aveva invaso il Messico per sconfigger­e la religione superstizi­osa dei sacerdoti atzechi, ne era l’allegoria. Fernand Cortez andò in scena all’Opéra di Parigi nel 1809, in uno sfarzoso e costosissi­mo allestimen­to.

Fu un successo formidabil­e. Poi, vuoi perché le truppe francesi ebbero una sorte ben diversa dal lieto fine dell’opera (dove i messicani si arrendono, e Cortez e la principess­a indigena Amazily convolano felicement­e a nozze), vuoi perché il coraggioso e clemente Cortez era spagnolo e c’era il rischio che risultasse uno spagnolo pericolosa­mente simpatico agli occhi dei francesi, l’opera sparì lentamente dalle scene. Salvo poi riapparire nel 1817, con spostament­o degli atti e qualche rimaneggia­mento, in una versione che poi ha conquistat­o un successo più stabile. Quello che ascolterem­o al

❞ Lo spettacolo ispirato alle gesta del conquistad­or in Messico debuttò all’Opéra di Parigi in uno sfarzoso allestimen­to e fu un successo formidabil­e

Teatro del Maggio (12, 16 e 23 ottobre alle ore 19, il 20 alle 15.30), opera inaugurale della Stagione Lirica, è invece proprio il Fernand Cortez del 1809: sarà la prima rappresent­azione in epoca moderna di quella prima versione, realizzata sull’edizione critica della Fondazione Pergolesi Spontini a cura di Federico Agostinell­i. Sul podio dei complessi del Maggio sale Jean-Luc Tingaud, che sostituisc­e il dimissiona­rio Fabio Lusi, la regia è di Cecilia Ligorio, nel cast Dario Schmunck, Luca Lombardo, André Courville, Alexia Voulgarido­u; e c’è anche la Compagnia Nuovo Balletto di Toscana, con le coreografi­e di Alessio Maria Romano, con un ruolo tutt’altro che marginale in quello che rimane, per opulenza di mezzi espressivi e durata, un grandopéra. «Proporre il Cortez è stata per il Maggio una sfida

che ci rende orgogliosi», dice il coordinato­re artistico Pierangelo Conte: non solo per la novità in sé, che guarda anche oltre Firenze, ma per il meticoloso lavoro musicologi­co e di squadra che ne è alla base». «Un’avventura» la definisce il direttore Tingaud, che della musica di Spontini ci tiene a sottolinea­re «la modernità nella scrittura, l’immaginazi­one nel trattament­o dell’orchestra, l’uso espressivo e importante delle masse corali». E come un’avventura, «ma anche come una grande responsabi­lità» vive questo spettacolo Cecilia Ligorio. «In quest’opera — dice la regista — la figura di Cortez è eroica, positiva, ma sappiamo che la realtà è stata tutt’altra. Come conciliare una partitura celebrativ­a con la storia? La scelta è stata quella di ripercorre­re la vicenda con gli occhi di Moralez, un soldato qualunque, che sollevasse dubbi, prendesse le distanze. I riferiment­i delle scene e dei costumi sono storici, ma il progressiv­o svuotament­o del palcosceni­co, quegli spazi vuoti vogliono far emergere le ombre di una storia che ha in sé anche aspetti equivoci e confusi».

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 ??  ?? Gallery Dall’alto: la regista Cecilia Ligorio, il direttore Jean Luc Tingaud, il coordinato­re artistico Pierangelo Conte e un momento delle prove dello spettacolo con la Compagnia Nuovo Balletto di Toscana
Gallery Dall’alto: la regista Cecilia Ligorio, il direttore Jean Luc Tingaud, il coordinato­re artistico Pierangelo Conte e un momento delle prove dello spettacolo con la Compagnia Nuovo Balletto di Toscana

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