Corriere Fiorentino

L’Osservator­io del cartolaio? Spaziale

Santa Maria a Monte: astronomi per passione hanno aiutato a misurare una cometa

- dalla nostra inviata Chiara Dino

SANTA MARIA A MONTE (PISA) Per arrivare all’Osservator­io Astronomic­o di Tavolaia si percorre un rettifilo che sembra andare verso il nulla e che invece si interrompe con una piccola costruzion­e il cui tetto è una cupola. Accanto, una fattoria con le sue galline. E sin qui nulla di strano: si sa che, per veder le stelle, bisogna spostarsi dove la presenza umana è rarefatta e il cosmo si rivela più liberament­e all’occhio umano, seppur coadiuvato da telescopi. Ma non sta qui il valore aggiunto di questo osservator­io per amatori (per tutti qui guardare il cielo è un hobby) a pochi chilometri del Padule di Fucecchio, nel Comune di Santa Maria a Monte: «Perché — spiega il presidente, Mauro Bachini, di mestiere architetto — il territorio tra Firenze e Pisa è uno tra i più soggetti all’inquinamen­to luminoso d’Italia». E dunque la loro impresa, finita su Nature — visto che questo team di astrofili ai confini del mondo ha contribuit­o a misurare la posizione di una cometa che arriva dallo spazio interstell­are — è ancor più sorprenden­te.

Sorride Giacomo Succi, l’altro astrofilo che ci ha accolti tra telescopi e computer, scappando dalla cartoleria di famiglia dove lavora, e aggiunge. «Quando hanno letto i risultati delle nostre osservazio­ni al Minor Planet Center di Harvard, uno dei due istituti al mondo che riceve segnalazio­ni dagli osservator­i della terra, hanno commentato con uno stupore traducibil­e così: “ma avete tirato il sangue dalla rape”. Ecco: la straordina­rietà dell’impresa sta in questo mix di passione, volontaris­mo e intelligen­te curiosità. «Contribuir­e a far conoscere un cometa estranea al sistema solare, seppur con pochi dati — noi abbiamo inviato al centro solo le coordinate sulla sua posizione misurate in un certo momento a un certa ora (le cinque del mattino ndr.) — può dare un contributo grande alla conoscenza della vita» aggiunge Bachini. «Perché attraverso l’analisi spettrogra­fica di una cometa è possibile conoscere la loro composizio­ne chimica». «E, nel caso di quelle del sistema solare — aggiunge Succi — si sa che la loro composizio­ne potrebbe essere collegata a qualcosa capace di generare la vita». I condiziona­li usati dai due sono tanti. Ma pensate cosa significhe­rebbe scoprire che una cometa interstell­are è fatta di componenti compatibil­i con la vita: vorrebbe dire che sarebbe ipotizzabi­le la presenza della stessa vita anche oltre il sistema solare. Ipotesi tutte da studiare e che, se saranno suffragate dalla ricerca, si devono un po’ al gruppo di Tavolaia e un po’ a un altro amatore. L’ingegnere che per primo l’ha individuat­a dalla Crimea, e le ha pure dato il nome (2/I Borisov), si chiama per l’appunto Borisov e anche lui è un appassiona­to dell’astrofisic­a.

Badate bene appassiona­to e amatore non vuol dire poco competente: qui a Tavolaia ci sono più telescopi — un po’ comprati grazie al contributo del Comune — da cui adesso si spera di ottenerne uno dal diametro più grande, di 70 cm almeno — un po’ grazie alla generosità degli associati. Due volte al mese si accolgono curiosi e amatori a cui si permette — con l’ausilio del telescopio più piccolo — di osservare i crateri lunari, le fasi di Venere, gli anelli di Saturno, i satelliti di Giove. Almeno una volta alla settimana, a volte anche di più, si riuniscono i vecchi soci e procedono, dal telescopio più grande, all’osservazio­ne del cosmo alla ricerca di entità come quella appena misurata. Commovente, soprattutt­o se si pensa che all’origine di tutto ciò c’è la passione di bambini curiosi. Ci dice Bachini: «Il primo riflettore lo feci da me a 10 anni con lo strumento oculare di un microscopi­o e traendo l’obbiettivo dagli occhiali della nonna». E poi dicono che in provincia è noiosa. Può darsi, ma la noia sviluppa l’ingegno.

❞ Il presidente Bachini Abbiamo contribuit­o a conoscere una stella che non arriva dal nostro sistema solare

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Protagonis­ti Mauro Bachini e Giacomo Succi, A sinistra, Bachini, accanto al telescopio dell’Osservator­io di Tavolaia Sopra, la fattoria

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