Con la Pergola l’Erasmus del palcoscenico
Con Isabelle Huppert via al progetto che unisce La Pergola al Théâtre de la Ville di Parigi Ecco il manifesto in dieci punti con al centro i diciottenni europei per far nascere una nuova compagnia
Oltre i fossati della politica, per costruire il XXI secolo con chi all’alba del 2000 è venuto al mondo — noi da un po’ li chiamiamo millennials — in prima linea si è schierato il teatro. Non uno qualsiasi ma il nostro teatro fiorentino, la nostra Pergola che, accogliendo una provocazione progettuale partita dal direttore del Théâtre de la Ville di Parigi Emmanuel Demarcy-Mota, ha aderito a un piano strategico che potrebbe essere ribattezzato l’Erasmus del Palcoscenico ma che il regista e drammaturgo francese ha presentato e promosso come Carta 18-XXI. Il documento è un manifesto già lanciato urbi et orbi da Roma, ma pronto a essere letto domani a Palazzo Vecchio da studenti italiani e francesi, per creare un teatro europeo facendo incontrare personalità artistiche di calibro con giovani attori in formazione lì a Parigi, qui alla Pergola, ma anche al Teatre Lliure di Barcellona, alla Norwegian Theatre Academy, all’ArtEZ University of the Arts di Amsterdam. Come fosse una scuola allargata e pluricentrica. Sicuramente agli scambi formativi parteciperanno il neurobiologo delle piante Stefano Mancuso, il fisico Federico Faggin, l’astrofisico Jeanne Audouze. E poi Carlo Sisi e Mimmo Paladino.
L’incipit pubblico del progetto — nelle aule delle scuole d’attori tanti laboratori sono già stati fatti nel corso del 2019 sotto il programma cosiddetto Chantiers d’Europe — lo si è già annunciato, sarà domani con repliche sabato e domenica. E vedrà Isabelle Huppert alla Pergola diretta da Bob Wilson per interpretare Maria Stuarda in Mary said what she said. Ma il piano d’azione è molto più ampio e, per citare lo stesso DemarcyMota, affonda le sue radici in vari stimoli del passato, non ultimo «il Theatre de L’Europe» che Giorgio Strehler volle far nascere a Parigi nel 1984 per definire cosa sarebbe dovuto diventare l’uomo europeo in un’epoca molto turbolenta». Ed è un piano d’azione che, nel 2021, si concretizzerà con la nascita di una Compagnia dei Giovani del Teatro della Pergola, destinata a misurarsi sui palcoscenici italiani e internazionali, a contribuire a molte delle produzioni del nostro Teatro della Toscana e non necessariamente costituita da attori tutti italiani. Nel triennio 2019-2021 questa compagnia prenderà forma. Ma come? Dando consistenza, con laboratori, incontri e co-produzioni alla Carta 18-XXI, un manifesto d’intenti in dieci punti che merita di essere conosciuto più nel dettaglio.
Il Manifesto è rivolto a chi nel 2018, quando si è cominciato a lavorare alla sua stesura, aveva compiuto 18 anni, quei ragazzi a cui noi adulti stiamo consegnando il nuovo millennio perché lo disegnino a modo loro visto che riguarda loro più che ogni altro. Vede il suo atto di nascita nel Théâtre de la Ville di Parigi, intende creare un linguaggio universale e dar vita a forti legami sociali sostenuti da protagonisti della cultura, della scienza, dell’arte. Perché, ed è questo il terzo punto del testo, accanto e oltre a una Europa economica, questi giovani costituiscano un’Europa dei valori, della cultura e della solidarietà. I temi chiave su cui si lavorerà in questo triennio sono quelli dei diritti, dell’ambiente, della scienza. Si parlerà di migranti e di cittadini del mondo per marcare la distanza con ogni forma di razzismo e di discriminazione. Si ragionerà sul ruolo delle città e delle realtà territoriali particolari dentro a una prospettiva più grande che è quella europea. Si lavorerà sulla collaborazione tra popoli come alternativa al sovranismo, sull’incontro tra discipline diverse per mescolare memoria e sapienza scientifica. Anzi si userà il metodo scientifico come linea guida dei progetti in corso non per formulare una scala di valori delle discipline del sapere ma per riconoscere a quel metodo uno strumento capace di affrontare ogni campo del sapere. E, non ultimo, coinvolgerà più istituzioni culturali.
Se il punto d’arrivo del manifesto nato a Parigi è la nascita di questa nuova Compagnia di attori, per la sua preparazione saranno chiamate in causa scuole, università e tut
I temi del documento
Diritti, ambiente, solidarietà, inclusione con un occhio al metodo scientifico e un lavoro sulla memoria su cui costruire il futuro
te le agenzie formative dei paesi interessati. Tutto questo non avverrà dimenticando il passato: anzi. Il lavoro sulla memoria sarà serrato. Per ricordare ai diciottenni di oggi che, se è vero che il XX secolo è stato quelle delle due guerre mondiali e della Shoah, è vero anche che è stato quello che ha visto uno straordinario progresso tecnico che ha portato a migliorare le nostre condizioni di vita e di salute, la nostra conoscenza dell’universo. La passerella aperta ai giovani teatranti multilingue sarà il punto di arrivo di tutto questo, l’acme di una chiamata alle armi di creativi, avvocati scrittori, sportivi, questa volta sia giovani che adulti, a cui sarà chiesto di candidarsi a diventare ambasciatori nel mondo della Carta 18-XXI.
Il progetto come si vede è ambizioso perché ridà all’intellettuale un ruolo chiave nel formare una generazione capace di muoversi secondo un sistema di valori condiviso. Ed è il secondo tassello di un programma che nacque negli anni ‘80 con l’Erasmus quella banale ma fondamentale piattaforma di scambi che ha visto volare dall’Italia e per l’Italia migliaia di giovani delle università europee. Questa volta la sfida parte dal teatro ed è un sfida che, se andrà in porto, ci renderà migliori.