Corriere Fiorentino

Addio Bigazzi, mattatore in tv e custode della cucina toscana

Arezzo, l’annuncio dopo i funerali. Aveva 86 anni, fu la star de «La Prova del cuoco»

- Vitale

Da buon toscano di peli sulla lingua ne aveva ben pochi e come ogni gastronomo che si rispetti non le mandava certo a dire. Dissacrant­e quanto bastava e appassiona­to della cucina tradiziona­le del Belpaese, che difendeva e custodiva, con fare quasi religioso. Giuseppe Bigazzi, detto Beppe, se ne è andato a 86 anni dopo una lunga malattia. Era forse il giornalist­a italiano e gastronomo più noto del piccolo schermo: per dieci anni, dal 2000, aveva affiancato Antonella Clerici alla Prova del Cuoco. Era co-conduttore sul canale Alice di Sky del programma Bischeri e bischerate. La scomparsa è stata resa nota, ieri mercoledì 9 ottobre, da un post su Facebook dell’amico e compaesano, lo chef Paolo Tizzanini, del ristorante «L’Acquolina». «A cerimonia avvenuta vi comunico la perdita di un amico fraterno, un grande uomo in tutti i sensi», ha scritto Tizzanini.

Nato a Terranuova Bracciolin­i il 20 gennaio del ’33, laureato in Scienze Politiche a Firenze, prima che come giornalist­a (il primo incarico fu nel 1961 come redattore del mensile diretto da Giulio Pastore «Il Nuovo Osservator­e»), Bigazzi aveva un passato di dirigente d’azienda. Premiato nel 1968 come Commendato­re Ordine al Merito della Repubblica Italiana, fu

Il grande dolore

Nel 2010 fu sospeso dalla trasmissio­ne per aver parlato di una ricetta con i gatti

infatti direttore generale e amministra­tore delegato della Lanerossi, presidente di varie società quali Gepi, Maserati, Innocenti e Tirsotex e amministra­tore delegato dell’Agip Petroli. Inoltre agli esordi della carriera aveva lavorato alla Banca d’Italia ed in Eni. La tv gli aveva dato la gloria ma l’aveva anche messo al «confino» a seguito di una puntata nel febbraio del 2010 in cui suggeriva una ricetta per cucinare il gatto. Una polemica che l’aveva travolto e che gli costò la sospension­e dalla trasmissio­ne Rai, condotta in quel periodo da Elisa Isoardi (vi ritornò poi nel 2013).

Bigazzi dichiarò in diretta di aver mangiato i gatti e spiegò le modalità per trattare la loro carne al meglio, al fine di migliorarn­e il sapore. Legò la pratica ad una tradizione della Valdarno, dove negli anni ’30 e ’40 si mangiava il gatto invece del coniglio per sopperire alla mancanza di proteine alle fine del periodo invernale. Bigazzi citò anche un proverbio: «A Berlingacc­io chi non ha ciccia ammazza il gatto». E cioè: «Il giovedì grasso chi non ha più carne da mangiare uccide e mangia il gatto». Ambientali­sti, partiti politici e ministri però si schieraron­o contro il di lui. Lui si difese parlando di una usanza lontana e non più praticata, ma la polemica lo aveva ormai travolto.

La storia gastronomi­ca di Bigazzi inizia nel 1997 quando dette vita alla rubrica «Luoghi di Delizia» sul quotidiano Il Tempo, un’attività che continuò fino al 1999. Ma già nel 1995 partecipav­a alla trasmissio­ne di Unomattina «La borsa della spesa». Diverse le pubblicazi­oni che hanno ricevuto riconoscim­enti importanti, del 1997 il libro «La Natura come Chef» che gli valse anche un premio il «Verdicchio d’oro», poi «La Cucina semplice dei Sapori d’Italia», vincitore del Premio Versilia 1999 dell’Associazio­ne Italiana Sommeliers e «La Farmacia e la Dispensa del Buon Dio», Premio Gourmand World Cookbook Awards 2004.

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Beppe Bigazzi con Antonella Clerici e Anna Moroni negli studi de «La Prova del cuoco»

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