Processo a Cipollini, l’ex moglie: mi puntò la pistola alla testa
«Per due volte, quando eravamo ancora sposati, il mio ex marito Mario Cipollini mi ha puntato una pistola contro, in una delle due circostanze alla testa. Avevo paura di rovinargli la carriera ed ero terrorizzata, per quello non ho mai raccontato l’accaduto». Risuonano nell’aula del tribunale di Lucca le parole di Sabrina Landucci, ex moglie del campione del mondo di ciclismo su strada a Zolder (in Belgio) nel 2002, a processo con l’accusa di stalking e maltrattamenti nei confronti della ex consorte, sorella di Marco Landucci da diversi anni il vice dell’allenatore di calcio Massimiliano Allegri. Ieri il processo è entrato nel vivo con la lunga testimonianza resa dalla donna — assistita dall’avvocato Donatella Campione — che ha ripercorso non solo gli episodi che hanno portato al rinvio a giudizio di Cipollini (risalenti al periodo compreso fra il dicembre 2016 e il gennaio 2017 e culminati con un’aggressione avvenuta davanti ai colleghi di lavoro della signora Landucci), ma anche gli anni precedenti del fidanzamento e del matrimonio. Minacce, botte, umiliazioni, percosse e tradimenti: questo il quadro dipinto dalla donna parlando dell’ex marito, assente in aula. Il processo è stato poi aggiornato e riprenderà il prossimo 4 dicembre: i legali della donna hanno chiesto che venga ascoltato nelle udienze successive anche l’ex campione lucchese, ma sarà sua facoltà quella di presentarsi o meno in aula.